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MASSA – Droga e armi in una segheria, arresti e perquisizioni a Massa.
Quattordici chili di droga, tre fucili calibro 12, una carabina calibro 22, una pistola semiautomatica calibro 7,65 e due revolver tra cui uno calibro 357, con relativo munizionamento sequestrati a Massa dai Carabinieri. Due persone arrestate. Sono due massesi di 38 e 39 anni.
Il nucleo investigativo dell’Arma dei Carabinieri ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Massa nei confronti di due massesi, di 38 e 39 anni. Uno finito in carcere e l’altro ai domiciliari. Nell’ambito di un’inchiesta sullo spaccio della droga.
Eseguite complessivamente 7 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti a vario titolo nell’attività di spaccio che ha portato all’arresto dei due principali indagati. I provvedimenti scaturiti al termine di un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Massa e condotta dal nucleo investigativo del Comando provinciale del capoluogo apuano.
Le perquisizioni, effettuate con l’ausilio delle unità cinofile antidroga e antiesplosivo dei nuclei cinofili Carabinieri di Firenze e Pisa San Rossore, hanno consentito di rinvenire un vero e proprio arsenale all’interno di una segheria dove si vendeva legna da ardere. 3 fucili calibro 12, 1 carabina calibro 22, 1 pistola semiautomatica calibro 7,65 e 2 revolver tra cui una calibro 357, con relativo munizionamento. Nascosti in parte sotto le cataste di legname e in parte (le armi lunghe) dentro tubi di plastica opportunamente sigillati.
Necessario l’utilizzo di un mezzo meccanico per poter spostare l’enorme quantità di legna al di sotto della quale si trovava il materiale poi rinvenuto.
Sempre nella segheria sequestrati 802 grammi di hashish e 510 grammi di marijuana. Nell’abitazione dell’indagato sottoposto ai domiciliari trovati 52 grammi di hashish e 28 di marijuana.
Un 38enne massese, operaio, gestiva anche una rivendita di legnami che usava come copertura per lo spaccio di droga, spiegano i militari. L’uomo, con l’aiuto di un complice, un 39enne massese, occultava nella segheria un ingente quantitativo di stupefacente che rivendeva a fidati clienti in quantitativi non superiori ai 50 grammi. L’indagine, durata circa tre mesi, ha permesso di sequestrare oltre 14 chilogrammi di droga (hashish e marijuana). Il riscontro più importante acquisito a fine settembre scorso, con il sequestro di oltre 11 chili di hashish e 220 grammi di marijuana trovati nascosti in due bidoni di plastica. Sigillati e nascosti in un’area adiacente alla segheria e riconducibili all’attività illecita gestita dai due indagati.
Nel corso delle altre perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti che nel tempo avevano acquistato la droga dal principale indagato e che, allo stato, non risultano indagati, rinvenuto un ulteriore quantitativo di hashish e marijuana. Complessivamente 74 grammi, in relazione ai quali deferite alla Procura, a piede libero, 2 persone per detenzione finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
Nel corso dell’indagine è stata documentata la metodologia utilizzata dai soggetti coinvolti. I clienti, conoscenti di vecchia data del titolare dell’attività, preannunciavano il loro arrivo con una breve telefonata. Nel corso della quale coprivano le loro vere intenzioni (ovvero l’acquisto dello stupefacente) con la richiesta di legna da ardere o pellet. Salvo poi, una volta sul posto, acquistare hashish o marijuana in quantitativi non superiori ai 50 grammi. Il titolare, coadiuvato da un suo operaio, dopo aver ricevuto la prima chiamata, recuperava il quantitativo di droga che aveva precedentemente nascosto in bidoni interrati e coperti da cumuli di segatura o tra le cataste di legna stoccate per la vendita al dettaglio.
L’indagine, durata circa 3 mesi, ha permesso di rinvenire e sequestrare complessivamente oltre 14 chilogrammi di droga (hashish e marijuana) per un valore di mercato di circa 100.000 euro.
Per quanto riguarda i soggetti destinatari dell’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Massa Dario Berrino, a seguito della richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Massa, uno è stato associato presso la Casa di Reclusione di Massa e l’altro in regime degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza.