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ZERI – Non solo abbattimenti ma anche misure di prevenzione per eradicare dal territorio la peste suina africana dopo il focolaio che si è verificato in Lunigiana a luglio, nel comune di Zeri in provincia di Massa Cassara.
Lo prevede l’ordinanza regionale firmata dal governatore Eugenio Giani che ha lo scopo di facilitare l’attuazione di quella nazionale del commissario straordinario alla peste suina africana adottata il 10 maggio 2024.
Il presidente Giani ha spiegato che si tratta di “un atto urgente, determinato dall’entrata anche della Toscana in zona di restrizione 2, col quale abbiamo voluto attuare tutte le azioni previste dal commissario straordinario declinandole per il nostro territorio e cercando di coinvolgere tutti i soggetti che operano nel settore. È di fondamentale importanza infatti la salvaguardia delle produzioni zootecniche toscane e delle filiere ad esse collegate, che forniscono prodotti di altissima qualità esportati in tutto il mondo e che assicurano in aree rurali un livello importante di occupazione”.
“Desidero ringraziare – ha aggiunto Giani -, sia per le attività svolte che per quelle che saranno fatte da oggi in poi, tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni al volontariato, che come in altre occasioni sapranno operare con serietà e spirito collaborativo”.
Per le zone di restrizione vengono coordinate ed integrate sia le misure sanitarie sia quelle faunistiche, dato che la lotta per eradicare la Psa si attua riguardo ai suini sia domestici sia selvatici. L’ordinanza provvede ad allineare le procedure regionali con quelle nazionali che già a livello centrale puntavano a velocizzare le procedure burocratiche relative al depopolamento dei cinghiali e le misure di prevenzione ed eradicazione della malattia, nonchè aumentare l’efficacia delle azioni.
L’ordinanza mette a disposizione per le zone di restrizione 360mila euro che saranno gestiti dalla Azienda Usl Toscana Nord Ovest: 300 mila euro serviranno per gli interventi di contrasto alla malattia, 60 mila euro saranno destinati ai comuni per la creazione di punti di stoccaggio delle carcasse, una delle attività prioritarie.
Nelle aree a restrizione anche la gestione faunistica assume una valenza sanitaria. Il servizio veterinario della Azienda Usl Toscana Nord Ovest attraverso i Gruppi operativi territoriali (Got), coordinerà tutti gli enti e soggetti coinvolti: oltre ai servizi regionali veterinari e faunistici, anche polizia provinciale, Ambiti territoriali di caccia (Atc), istituti faunistici privati, Carabinieri forestali ed Enti parco, sia nazionali sia regionali.
Le procedure di intervento erano già state condivise preventivamente tra le competenti strutture della Regione e l’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, data la diffusione della malattia in regioni confinanti con la Toscana. Inoltre, per contenere l’ulteriore diffusione del virus e limitare eventuali ricadute di tipo economico, erano già state disposte tutte le procedure di sorveglianza e controllo sul territorio interessato dal rinvenimento, grazie anche alla collaborazione del comune di Zeri e dei cacciatori locali dell’Atc.
La Regione è in costante contatto con il ministero della salute e il commissario straordinario per la peste suina. La peste suina africana non è una zoonosi, pertanto è una malattia che non si trasmette all’uomo ma solo ai suini, sia selvatici (cinghiali) sia domestici.
A commentare l’ordinanza è Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca Toscana: “L’ordinanza regionale firmata oggi dal presidente Eugenio Giani, che intensifica le misure di contrasto alla peste suina africana, rappresenta un passo importante e positivo. Siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa che contribuisca a contenere la diffusione della malattia”.
“La nuova ordinanza – prosegue Tistarelli – si inserisce in un contesto di prevenzione necessario, soprattutto dopo i primi casi rilevati in Toscana lo scorso luglio, nella zona della Lunigiana”.
“Tuttavia, è fondamentale non creare allarmismi – conclude il presidente di Fedagripesca Toscana – la peste suina africana è una malattia che si trasmette esclusivamente tra suini selvatici e domestici e non rappresenta un pericolo per l’uomo. Accogliamo con favore ogni azione che miri a proteggere sia la fauna selvatica che gli allevamenti”.