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Paragone, leader di Italexit, lo ha definito lockdown energetico
: “Il Governo vuole imporci limitazioni all’accensione di termosifoni ed elettrodomestici dividendo l’Italia in aree colorate e lettere alfabetiche”.
Conte, leader M5S, ricorda di aver detto a febbraio quello che “Draghi doveva fare e non ha fatto. Noi lo abbiamo detto a febbraio. Doveva piantarsi a Bruxelles, inchiodare tutti i partner europei a un Energy recovery fund, a una strategia comune. Tutto questo non si è fatto, il governo è stato poco determinato, poco coraggioso. Era chiaro che ci sarebbe stato uno tsunami”.
Di fatto, dopo il piano Cingolani (ministro del Mite che mentre l’Italia è sull’orlo di un baratro economico e sociale registra il record di vendite 2022 di gas dell’Italia all’estero) per razionare il consumo di gas con docce più brevi e più fredde e pasta che cuoce a fuoco spento, l’Europa prepara un piano per ridurre il consumo energetico.
Per le famiglie.
Con i cosiddetti contatori intelligenti.
Sono intelligenti, pensate un po’, perché ridurranno l’elettricità a casa negli orari di punta.
Impongono un razionamento.
Austerity imposta dall’Europa.
Europa che continua a rimandare ogni decisione su un tetto al prezzo del gas.
Che divide i Paesi dell’Ue. Non c’è accordo. E difficilmente ci sarà.
Nel frattempo le varie forze politiche impegnate nel rush finale show della campagna elettorale hanno ognuna la propria ricetta per fermare il caro bollette.
Però dopo il voto del 25 settembre.
Come se nessuna di loro avesse governato (insieme allo stesso tavolo) fino a più o meno un paio di mesi fa.
Come se fino più o meno a un paio di mesi fa non si fosse manifestata la questione energetica.
Non si stanziano risorse risolutive per aziende e famiglie.
Non si sono stanziate e non si stanziano.
Si dice (centrodestra e centrosinistra) in questa campagna elettorale show che si stanzieranno col nuovo Governo.
E intanto l’Europa prepara restrizioni per famiglie.
Questo è il dato vero di un disastro economico e sociale in atto.
Con una nuova emergenza (e quello che ne consegue nella gestione governativa) pronta per il nuovo Governo post 25 settembre.
Con centrodestra, centrosinistra e Terzo Polo che proclamano, con parole diverse, giri di frasi anch’essi diversi, anche con tanto di esercito (Calenda), ma con la stessa sostanza il rigassificatore a Piombino vera soluzione della crisi in atto.
In tutto questo Draghi rassicura Zelensky.
Sì, Zelensky.
Oggi 13 settembre Draghi (ma è dimissionario?) ha avuto una conversazione telefonica col presidente dell’Ucraina.
Draghi “ha confermato il continuo sostegno da parte del Governo italiano alle autorità e alla popolazione ucraina in tutti gli ambiti”.
Zelensky ha twittato che nel colloquio telefonico è stata ”sottolineata l’importanza della cooperazione in materia di difesa con l’Italia. Dovremmo migliorarla”.
Zelensky ha spiegato di aver parlato con Draghi della ”situazione all’impianto nucleare di Zaporizhzhya”, sottolineando che la ”garanzia della sua sicurezza è la smilitarizzazione e il ritorno sotto il controllo ucraino”.
Mentre il ministro degli esteri Kuleba ha chiesto più armi: “Abbiamo bisogno di più armi, più munizioni degli alleati per sfruttare questo momento, salvare più vite e liberare più territori con una velocità maggiore”.