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Cocaina a tonnellate nei container della frutta esotica: smantellata una rete internazionale di spaccio

Trenta indagati, 23 in carcere e tre in manette in flagranza mentre scaricavano lo stupefacente a Livorno nell'operazione della Finanza con la regia della Dda

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PISA – Smantellato dalla Guardia di Finanza un traffico internazionale di droga. 

Le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Firenze, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Filippo Spiezia, in un procedimento penale a carico di diversi soggetti, ritenuti essere componenti di una associazione a delinquere coinvolta  in una serie di episodi di importazione, trasporto e cessione di sostanza stupefacente. 

L’ordinanza, eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Pisa, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e la Stazione navale di Livorno, ha riguardato 23 persone in Italia (Toscana, Calabria, Lazio, Puglia, Campania, Lombardia, Veneto, Liguria) ed all’estero (Albania, Francia, Spagna e Romania). 

Sono stati impegnati 200 appartenenti al corpo per assicurare l’esecuzione del provvedimento cautelare, assieme alle unità cinofine. Numerose le perquisizioni anche in attività ricettive in Firenze, riconducibili agli indagati albanesi. 

Le indagini sono state dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze in costante e sinergico contatto con la Struttura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (Spak) e con La Fiscalia generai del estado ecuadoregna (FGE) nel quadro di una squadra investigativa comune. 

Le attività investigative hanno permesso di scoprire, mediante l’utilizzo di articolate attività anche di natura tecnica, un ampio contesto criminale dedito all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica, inviati da un’autonoma struttura criminale dislocata in Ecuador ed operante tra quel paese e la Colombia, dove viene acquistato il narcotico successivamente importato in Italia attraverso il porto di Livorno. 

Sono 23 i soggetti destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, sei quelli per i quali è stata disposta la misura degli arresti domiciliari e uno per il quale è stato disposto l’obbligo di firma. Gli indagati, di nazionalità italiana, albanese, rumena ed ucraina, sono  stati ritenuti a vario titolo componenti di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con carattere transnazionale. Si tratta di persone già coinvolte in fatti di criminalità organizzata, italiana ed albanese. 

Nel corso delle indagini svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pisa e dallo Scico, sono stati accertati rapporti criminali per la fornitura di sostanza stupefacente tra esponenti della criminalità organizzata italiana (‘ndrangheta, camorra) e il sodalizio criminale albanese accertato, operante tra Italia, ma con ramificazioni in Belgio, Albania, Francia, Germania, Ecuador e Colombia. 

I carichi di droga venivano inviati dal Sudamerica in Europa in container in porti italiani (Livorno, Genova e Savona) e di altri paesi europei (quali Barcellona, Anversa, Rotterdam e San Pietroburgo). I container venivano stoccati nei porti di arrivo, dove apposite squadre di recupero provvedevano al prelievo del narcotico ed alla loro esfiltrazione dalle aree portuali, per poi essere messi a disposizione delle compagini criminali. Per agevolare le operazioni di individuazione e recupero della cocaina, il sodalizio criminale utilizzava dispositivi di radiolocalizzazione, mentre la sostanza veniva occultata ali’interno dei contenitori di frutta esotica o nelle intercapedini ricavate per lo scopo. 

L’attività di indagine ha consentito di sequestrare oltre due tonnellate di cocaina, 45 chili di hashish, 20 chili di marijuana – che avrebbero fruttato circa 70 milioni di euro alla consorteria criminale – e di trarre in arresto, in flagranza di reato, ulteriori tre responsabili. 

I risultati operativi sono stati ottenuti anche grazie al prezioso contributo di Eurojust, Europol, Direzione centrale per i servizi antidroga e l’Ufficio dell’esperto per la sicurezza di Tirana, che hanno fornito un costante supporto investigativo agli operatori di polizia giudiziaria. La Direzione nazionale antimafia ha assicurato il coordinamento con gli altri Uffici distrettuali antimafia italiani. 

Analoghe operazioni sono in corso in Albania e negli altri paesi coinvolti, i cui esiti finali non sono ancora noti. 

La Procura distrettuale antimafia di Firenze ha espresso la propria gratitudine alla Guardia di Finanza ed a tutta la polizia giudiziaria coinvolta nelle indagini, alle autorità di polizia e giudiziarie straniere (Ecuador, Albania) che hanno attivamente collaborato alle indagini, agli organismi internazionali (Eurojust, Europol) che hanno supportato le esigenze di cooperazione e di coordinamento internazionale ed alla Direzione nazionale antimafia. 

© Riproduzione riservata

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