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Psichiatra uccisa a Pisa, Italia in piazza per Barbara Capovani

Mercoledì 3 maggio fiaccolata per le strade di Pisa. Decine di iniziative e manifestazioni nelle città italiane

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PISA – Psichiatra uccisa a Pisa, Italia in piazza per Barbara Capovani.

Mercoledì 3 maggio in memoria di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa da un suo ex paziente fuori dal reparto dell’ospedale Santa Chiara di Pisa a fine turno il 21 aprile.

Dopo l’omaggio tributato dal Concerto del Primo Maggio con Ambra Angiolini, Fabrizio Biggio e Mr.Rain, oggi mercoledì 3 maggio Pisa e decine di città in tutta Italia scendono in piazza per commemorare Barbara Capovani.

A Pisa fiaccolata con ritrovo alle ore 20 con ritrovo in piazza Vittorio Emanuele II. Fiaccolata organizzata dall’Intersindacale della Dirigenza dell’Area Sanità Toscana, in accordo con le rappresentanze sindacali nazionali della dirigenza, la Federazione Nazionale e Regionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, la Federazione Nazionale e Regionale dei Medici di Medicina Generale.

In tante città manifestazioni indette con il sostegno degli Ordini provinciali dei medici e della Società italiana di psichiatria (Sip), con il supporto di altre società professionali e scientifiche, “mirano a sensibilizzare la popolazione tutta e le istituzioni sul tema della violenza nei luoghi di lavoro della sanità: ospedali, ambulatori, pronto soccorso, strutture residenziali e, più in generale, gli ambienti dediti alla cura ed alla riabilitazione di chi soffre, in particolare di disturbi mentali”.

Tra le città coinvolte con le iniziative in memoria di Barbara Capovani ci sono Milano, Torino, Bologna, Cagliari, Palermo, Roma, Teramo, Ragusa, Napoli, Genova, Bari, Perugia, Catania, Siracusa, Bolzano, L’Aquila, San Benedetto del Tronto, Messina.

Emi Bondi, presidente Sip: “L’omicidio della nostra collega Barbara ci ha aperto definitivamente gli occhi di fronte a una condizione drammatica che ognuno di noi vive quotidianamente in prima linea e a ogni livello nei contesti di cura. E’ necessario che tutti si rendano finalmente conto come non solo nei Dipartimenti di salute mentale, ma anche in altri luoghi sanitari, i compiti di cura vengano spesso travolti da richieste di controllo sociale che non possono riguardare medici ed operatori sanitari”.

“La dottoressa Barbara Capovani è stata l’ennesima vittima del suo lavoro, un lavoro che nonostante abbia la finalità di curare e aiutare il prossimo, sta diventando sempre più difficile e pericoloso, come dimostrano le tante, troppe aggressioni ai sanitari”, in un comunicato congiunto. “Le associazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria della Toscana, unite nel dolore e nell’indignazione per l’inaccettabile scomparsa della collega, chiedono a tutti, ad ogni lavoratore, cittadino, rappresentante di istituzioni, senza distinzione di credo o appartenenza, di partecipare al dolore della famiglia e della comunità, unendosi alla silenziosa fiaccolata che si svolgerà a Pisa il 3 maggio a partire dalle ore 20 da piazza Vittorio Emanuele II. Confidiamo che tanti facciano sentire la propria solidarietà in questa occasione e per quanti non potranno essere presenti a Pisa, una piccola luce sul balcone o sul davanzale della finestra potrà dimostrare che non si resta indifferenti di fronte a quanto successo. Una piccola luce nella speranza che non succeda mai più e che questa morte non sia avvenuta invano

Anaao donne, Area formazione femminile del sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale Anaao Assomed, rivolgono un appello alla premier Giorgia Meloni: “In questi giorni di lutto per la morte della psichiatra Barbara Capovani, mamma di tre ragazzi, uccisa a Pisa da un ex paziente, noi professioniste della sanità vogliamo rivolgerci direttamente alla premier, che si rappresenta così identitariamente nell’essere madre, invitandola a una partecipazione non di facciata al dolore della grandissima famiglia professionale di medici e dirigenti sanitari del Paese che ora governa. A questa famiglia, oramai composta in maggioranza da donne, e di cui tutti, in salute e in malattia abbiamo bisogno, si deve rispetto, se non riconoscenza”.

 

 

© Riproduzione riservata

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