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PISTOIA – Confcommercio, accuse al Comune di Pistoia per i ritardi nell’organizzazione degli eventi di Natale 2024.
“La questione che abbiamo sollevato era relativa alla necessità di muoversi con largo anticipo per compiere un salto di qualità”. A dirlo è il presidente di Confcommercio, Gianluca Spampani, che replica sul confronto per un evento fondamentale in arrivo tra tre mesi e rispetto al quale commercianti, ristoratori e albergatori esprimono preoccupazione profonda.
“Il bando per la Casa di Babbo Natale – dice Spampani – che quest’anno esce 15 giorni dopo rispetto al 2023, è il riflesso di quanto, probabilmente, non sia stata colta la rilevanza che questo periodo assume per le categorie che rappresentiamo, così come non si tiene conto di quanto gli altri territori, nostri diretti competitor, si siano mossi con largo anticipo”.
“Il miglioramento qualitativo di un evento, infatti – prosegue la nota – si raggiunge soltanto con una pianificazione preventiva che non ricalca i tempi di un’edizione pilota, ma muove dalla consapevolezza di dover intervenire molti mesi prima. Tutto questo ad oggi non si vede: non siamo sulla strada giusta e la dinamica in corso è ancora alquanto artigianale. Siamo distanti dalla managerialità. Se inseriamo questo discorso nell’ambito di una situazione economica del terziario che si è notevolmente aggravata rispetto ad un anno fa, forse si comprende maggiormente come le modalità e l’attenzione dovessero essere differenti“.
Riflessioni alle quali si aggiungono quelle di Francesco Becagli: “A fine agosto – ricorda – eravamo presenti con i nostri stand al Beat Festival di Empoli e già molti clienti parlavano degli eventi natalizi. Questa cosa mi ha stupito positivamente e mi ha fatto riflettere su quanto alla città manchi una direzione vera e propria. Lo dico anche in virtù della mia esperienza diretta come ex presidente del Centro commerciale naturale: non vorrei arrivare a metà novembre senza sapere che piega dobbiamo aspettarci per Pistoia. Io e i miei colleghi delle altre attività abbiamo investito risorse e tempo in questa città e continuiamo a metterci la faccia, ma manca davvero un orientamento sicuro. Manca un programma chiaro e di richiamo, lo si è visto anche con il calo delle presenze di questo agosto. Questo rischia di diventare un terreno fertile per l’immobilismo, perché tolti i sussulti del comparto Sala nel centro storico non c’è rimasto nulla. Dobbiamo ridisegnarlo? Qualche idea ce l’abbiamo, ma serve qualcuno che ci ascolti, prima che questa città diventi un dormitorio”.