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PRATO – Dopo poco più di nove mesi dal delitto, a seguito di giudizio abbreviato, il Giudice per le indagini preliminari di Prato ha condannato alla pena di sette anni e mesi sei di reclusione i cinque imputati di nazionalità cinese – componenti del commando misto fujanese e dello Zhejianj, proveniente appositamente dalla Cina per tutelare con li ricorso alla violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce – per il tentato omicidio, avvenuto il 6 luglio dell’anno scorso all’interno del locale Number One di via Scarlatti.
La vittima dell’aggressione era Chang Meng Zhang, imprenditore cinese, titolare di fatto dell’impresa denominata Heng Long Plast, inserita nel mercato della produzione delle grucce (con un fatturato variabile dai 100mila ai 200mila euro mensili), già condannato in via definitiva per l’omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell’impresa Eurotrans/Oulian) commesso a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, nel marzo 2006.
Il giudice ha riconosciuto gli imputati responsabili di omicidio tentato. I condannati sono Yunlong Chen di 40 anni, Zhukung Zheng di 49, Xunbing Zheng di 40, Xianluan Lin di 42 e Yuncan Hu di 34.
La vittima, che alle prime ore del 6 luglio è stata accerchiata, afferrata al collo e
colpita ripetutamente in varie parti del corpo, prima con una bottiglia di vetro, poi, con un’arma da taglio e con pugni e calci, infine colpito da numerose coltellate all’addome, con conseguente eviscerazione, è stata portata in ospedale, da colui che si occupava della gestione del locale, e sottoposto a diversi interventi chirurgici.
Nonostante le gravissime ferite è riuscito fortunatamente a sopravvivere e il 25 settembre ha iniziato una proficua collaborazione con la giustizia, che ha consentito, di ricostruire le modalità e le ragioni del delitto, nonché di individuare gli autori dello stesso e di acquisire preziosi elementi per individuare l’apporto fornito dai responsabili, fra i quali, anche un soggetto fermato individuato in un ristorante della periferia della città di Padova, il sesto esecutore materiale, Nengyin Fang, 36 anni, ex soldato dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese.
La scelta di collaborazione della vittima, condivisa successivamente (il 23 dicembre 2024) anche dal fratello, che risiede all’estero, ha consentito di aprire uno squarcio nel contesto criminale in cui il delitto si inserisce, nell’individuazione delle risorse finanziarie impiegate per lo svolgimento dell’impresa riconducibile alla persona offesa e nella gestione del mercato delle grucce. L’ufficio al termine delle indagini ha richiesto a favore di Chang Meng Zhang il permesso di soggiorno, che gli è stato rilasciato dal Questore di Prato, ai sensi del testo unico sugli immigrati.
Le indagini hanno preso le mosse dall’analisi dei frame estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale Number One in cui si erano svolti i fatti, che ha consentito di individuare uno degli aggressori, Yunlong Chen. Trovata l’utenza cellulare che questi aveva in uso, la stessa è stata rapidamente sottoposta a intercettazione. È emerso così che l’utenza si spostava rapidamente dalla Toscana verso il Meridione e, giunta in Calabria, grazie a una serrata analisi delle coordinate del positioning, è stata fermata una vettura con a bordo quattro cinesi, che sono stati poi identificati quali corresponsabili dell’aggressione, oggetto della decisione odierna.
Yunlong Chen, invece, è sfuggito al primo controllo, ha attraversato lo stretto di Messina, ed è stato fermato due giorni dopo a Catania, dove è stato individuato sempre sulla base degli spostamenti dell’utenza telefonica. Tutti e cinque gli autori, oggi condannati, venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto.
Il tentato omicidio del 6 luglio 2024 rappresenta una prima significativa risposta giurisdizionale per contrastare l’escalation criminale, che, dal giugno 2024, caratterizza il territorio di Prato nel quadro di uno scontro che si è esteso ad altre parti del paese e che ha assunto una dimensione trasnazionale. I cinque imputati e il sesto esecutore permangono in stato di custodia cautelare in carcere.
Le investigazioni, coordinate da quest’ufficio, si sono nutrite del prezioso apporto degli appartenenti alla Squadra Mobile della Questura di Prato e hanno consentito di far
emergere una rete di collegamento in più porzioni del territorio nazionale ed europeo, dato confermato dalla presenza in Padova del soggetto fermato che si era reso irreperibile subito dopo li tentato omicidio. Al fine di rendere più efficace l’azione dell’ufficio inquirente pratese, si è creata in seno alla Procura della Repubblica una sezione denominata Criminalità Cinese, articolata in tre gruppi (Reati economico e finanziari, Criminalità violenta di strada e reati di immigrazione), con l’inserimento di sei magistrati.