Getting your Trinity Audio player ready...
|
Ci sono storie che colpiscono e stridono più di altre.
Soprattutto in un periodo come il Natale in cui tutto sembra avere l’obbligo di scintillare.
Anche in un contesto in cui sempre più di scintillante c’è sempre meno per molti.
Perché sono storie che raccontano drammi, tragedie, situazioni che si potrebbero evitare.
Che andrebbero evitate.
Colpisce la tragedia di una donna di 40 anni trovata morta sotto un viadotto a Firenze.
Soffriva di molte patologie si è detto.
Con le patologie di cui soffriva stava in una tenda sotto a un ponte al freddo.
Così come un paio di settimane fa un pugno nello stomaco la morte di un uomo senza tetto trovato senza vita sotto il ponte della ferrovia a Viareggio vegliato dal suo cane.
Firenze e Viareggio, due importanti Comuni della Toscana.
Colpisce ogni volta la morte di qualcuno che prova a sopravvivere con la sola forza della disperazione.
Davvero hanno tutti scelto questa vita non vita?
Davvero sono tutte persone che hanno un’alternativa dignitosa e la rifiutano?
Difficile decidere di scegliere questa vita non vita se si ha davvero una possibilità di scelta.
Chissà se prima di finire in strada con una coperta si sono rivolti a un Comune per chiedere aiuto.
Chissà se hanno avuto risposte.
Persone invisibili che invisibili non sono che intanto sopravvivono perché c’è una catena di volontariato da ringraziare ogni istante di ogni giorno.
Che li assiste con coperte, cibo, bevande calde, gentilezza e rispetto.
Ci sono le mense, con Caritas che nei suoi periodici rapporti pieni di dati rendiconta sempre più famiglie a rischio povertà.
E che fa sempre il possibile, insieme a tante altre associazioni, per assicurare un pranzo di Natale per loro.
A Firenze con un’iniziativa che chiede una mano per la spesa ai privati.
Il che sta a significare che le istituzioni non bastano.
Davvero queste sono le sole risposte che le istituzioni possono dare?
Davvero deve essere considerato normale assistere a queste morti invisibili?