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Psichiatra aggredita, l’Ordine dei Medici chiede un tavolo tecnico sul tema

Il presidente Pietro Dattolo: "Serve un altro omicidio per comprendere che dobbiamo fare qualcosa?"

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FIRENZE – Psichiatra e infermiera aggredite al Centro di Salute Mentale della Società della Salute di Firenze, dopo l’ultimo episodio di violenza del 26 luglio a Firenze, l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Firenze scrive al prefetto Francesca Ferrandino, al questore Maurizio Auriemma e al procuratore capo Filippo Spiezia. Il motivo, la richiesta di un tavolo tecnico contro le aggressioni al personale medico e sanitario.

“Ancora una volta – scrive il presidente dell’ordine Pietro Dattolo – ci troviamo a dover raccogliere le lamentele, le frustrazioni e soprattutto le paure del personale medico operante nelle tutte le strutture sanitarie cittadine, che è esposto a ripetute azioni violente da parte di alcuni individui che non sempre sono etichettabili come pazienti”.

L’Ordine dei Medici di Firenze chiede quindi nella lettera a prefetto, questore e procuratore capo un incontro urgente, “eventualmente finalizzato alla costituzione di un tavolo tecnico, per dare risposte concrete alla nostra categoria senza aspettare che avvenga l’ennesimo evento irreparabile”.

La richiesta avviene in seguito all’ennesimo episodio che poteva sfociare in tragedia, l’aggressione di una psichiatra e di un’infermiera nel centro di salute mentale di Montedomini, a Firenze. Episodio dopo cui, a distanza di 3 giorni, il 29 luglio, c’è stata una dura presa di posizione del presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Dattolo: “Le aggressioni perpetrate verso tutto il personale sanitario non sono più sostenibili e richiedono un intervento protettivo urgente – ha affermato Dattolo – Serve un altro omicidio per comprendere che dobbiamo fare qualcosa?”.

Il pensiero del presidente è andato subito all’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, poco più di un anno fa, davanti all’ospedale Santa Chiara di Pisa.

“A distanza di poco più di un anno dall’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, al Santa Chiara di Pisa, la storia ha rischiato di ripetersi. Quella di Firenze è, peraltro, soltanto una tra le circa mille aggressioni che i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, gli assistenti sociali, gli educatori e tutte le altre figure che lavorano nel nostro settore, subiscono ogni anno. Non è più ammissibile andare avanti così. Non è accettabile il pensiero di recarsi al lavoro per assistere il prossimo e rischiare di non fare rientro a casa”.

“Lo diciamo da molto tempo e lo ribadiamo di nuovo: per contrastare questa pericolosa tendenza serve che le istituzioni supportino tutti i soggetti coinvolti in percorsi di sensibilizzazione e prevenzione. La svolta che deve essere compiuta è di carattere culturale. È un fatto di consapevolezza collettiva. Non è possibile che il personale medico venga abbandonato, di fronte a questi pericoli: il diritto alle cure e quello alla sicurezza non sono scindibili”.

“Tutta la nostra categoria (e in particolare i medici in servizio nei Centri di salute mentale) ha il sacrosanto diritto di lavorare in serenità”. E’ necessario che “le istituzioni supportino tutti i soggetti coinvolti in percorsi di sensibilizzazione e prevenzione” ha ribadito ieri (31 luglio) Dattolo, richiedendo per scritto un tavolo tecnico a nome dell’Ordine dei medici e odontoiatri fiorentini.

La richiesta avviene a seguito della la bocciatura dell’aula di Montecitorio dell’ordine del giorno, al decreto Liste Attesa avvenuta il 26 luglio, presentato dal capogruppo Pd in commissione giustizia Federico Gianassi.

“Esprimiamo rammarico per la bocciatura del provvedimento sulle aggressioni a medici e infermieri – diceva Dattolo – Non ci possono essere differenze politiche contro le aggressioni al personale sanitario, non può e non deve essere una questione politica, ideologica ma una battaglia di civiltà”.

“Le violenze contro medici e infermieri sono un caso acclarato, molto doloroso. Una violenza contro chi sta facendo il proprio lavoro, ed il paradosso è che tali professionisti sono lì per curare anche coloro che li aggrediscono – prosegue – Le aggressioni al personale medico e paramedico sono un’emergenza, i casi sono in aumento in tutta Italia. In Toscana, secondo l’Osservatorio regionale, si registrano quasi mille all’anno”.

“A percorsi di prevenzione e denuncia puntuale si deve accompagnare una svolta culturale, dobbiamo continuare a fare fronte comune per invertire un trend inaccettabile. Le aggressioni riguardano tutti, personale amministrativo, operatori socio-sanitari, infermieri, medici, assistenti sociali, educatori e altro personale sanitario – sottolinea il presidente – Il rispetto per il lavoro e per la dignità umana dei professionisti, che ogni giorno sono coinvolti in prima linea per garantire la salute pubblica, non può essere mai un fatto residuale. Purtroppo, il percorso da compiere per garantire la loro tutela è ancora lungo”.

 

© Riproduzione riservata

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