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Ramadan a scuola, a Firenze un’aula per pregare

Per gli studenti di Itt Marco Polo uno spazio durante la ricreazione. Il preside: "La scuola pubblica è la scuola di tutti. Accolta richiesta senza togliere tempo a didattica"

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FIRENZE – Ramadan a scuola, a Firenze un’aula per pregare.
All’Itt Istituto Tecnico Statale Turismo Marco Polo di Firenze da lunedì 27 marzo durante la ricreazione potranno recarsi in un’aula per la preghiera del Ramadan.
La richiesta, racconta il preside Ludovico Arte, è arrivata da due studentesse.
Da lunedì 27 marzo fino al termine del Ramadan stesso, durante il secondo intervallo, comunica Itt Marco Polo, dalle 11.35 alle 11.45, gli studenti di fede musulmana potranno recarsi nell’aula Angela Fiume per la sede di via san Bartolo a Cintoia e in aula Liberamente nella sede di via De Nicola.
Come illustra il preside Ludovico Arte via social: “Sono venute in presidenza due studentesse marocchine. Mi hanno segnalato che il 23 marzo sarebbe iniziato il Ramadan, che dura un mese e prevede cinque preghiere giornaliere, e mi hanno chiesto la possibilità di fare a scuola la preghiera mattutina. “La preghiera dura solo 5 minuti, è possibile uscire di classe e avere un posto per pregare?””.
Poi il preside: “Non ero preparato a rispondere e ho chiesto tempo per riflettere. Mi sono confrontato con le mie vicepresidi e ci siamo detti che in una scuola pubblica laica non è accettabile che la religione passi davanti alla didattica. Però non volevamo dire di no a una esigenza che le ragazze sentivano importante e che avevano posto con grande garbo. Allora abbiamo trovato una mediazione. Consentiremo a loro e agli altri studenti di fede musulmana di pregare in uno spazio della scuola durante la ricreazione, in modo da accogliere la richiesta senza togliere tempo alla didattica. Quando abbiamo comunicato la decisione alle studentesse, erano molto felici”.
Quindi Ludovico Arte: “Ci possono essere legittimamente posizioni diverse su questo tema e non so se abbiamo fatto la scelta giusta. Ma, per come la intendiamo noi, la scuola pubblica è la scuola di tutti. Questo vuol dire che deve garantire il pluralismo e accogliere, per quanto possibile, le diverse esigenze, materiali e spirituali, di ogni studente e di ogni docente”.

© Riproduzione riservata

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