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FIRENZE – Lino Guanciale al Teatro della Pergola, in scena con Francesco Montanari.
Lino Guanciale e Francesco Montanari protagonisti di ‘L’uomo più crudele del mondo’ al Teatro della Pergola di Firenze da martedì 31 ottobre a domenica 5 novembre.
Testo e regia di Davide Sacco.
I due attori incontrano il pubblico venerdì 3 novembre, ingresso con prenotazione.
Un ritorno in Toscana per Lino Guanciale e Francesco Montanari, dopo il successo un anno fa al Teatro del Popolo di Castelfiorentino.
Lino Guanciale popolarissimo anche per le fiction tv Rai di cui è protagonista. Dalla serie cult ‘La porta rossa’ al ‘Commissario Ricciardi’. Da ‘Non dirlo al mio capo’ a ‘Sopravvissuti’. Fino alla serie Sky ‘Un’estate fa’. Atteso con ‘Noi siamo leggenda’, la nuova serie Rai 2.
Una carriera che lo vede gran protagonista in tv, cinema, teatro. Nonché regista teatrale.
Tra i numerosi riconoscimenti, per Lino Guanciale il prestigioso Premio Ubu per lo spettacolo teatrale ‘La classe operaia va in Paradiso’, dal capolavoro cinematografico di Elio Petri. Nastro d’Argento per ‘Il commissario Ricciardi’ e ‘Il regalo di Alice’.
Pluripremiato anche Francesco Montanari, molto impegnato con cinema, tv, teatro. Nastro d’Argento per il cortometraggio ‘Mala Vita’, Premio Flaiano per ‘Il Cacciatore’.
‘L’uomo più crudele del mondo’, scene Luigi Sacco, luci Andrea Pistoia, aiuto regia Claudia Grassi. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, LVF, Teatro Manini di Narni.
L’incontro con il pubblico è coordinato da Matteo Brighenti.
‘L’uomo più crudele del mondo’ “è un viaggio in cui il rapporto tra vittima e carnefice è di volta in volta messo in discussione e ribaltato. Fino a dove può spingersi la crudeltà dell’uomo? Qual è il limite che separa una brava persona da una bestia? A cosa possiamo arrivare se lasciamo prevalere l’istinto sulla ragione?”
“L’uomo più crudele del mondo, Paolo Veres, è seduto alla sua scrivania in una stanza spoglia di un capannone abbandonato. Davanti a lui un giovane giornalista di una testata locale è stato scelto per intervistarlo. La chiacchierata prende subito una strana piega e in un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva”.
“Paul Veres è noto per essere un uomo senza scrupoli, spietato e privo di valori, così sembra. Della cui vita non si sa quasi nulla, e si pone nei confronti del giornalista come un diavolo ammaliatore, un adescatore di anime. Il giornalista, una persona perbene, così sembra, si definisce ‘normale’, mite. L’incontro di quest’ultimo con l’importante e riservato imprenditore, che lo sceglie appunto per una delle rare interviste che concede, gli offre la grande opportunità di dare una svolta alla sua vita. Presto, però, sarà chiaro che ben altro è il motivo di quell’incontro pianificato dall’uomo d’affari”.