FIRENZE – La morte di Celeste Pin, storico difensore della Fiorentina, continua a essere avvolta dal mistero. L’ex calciatore è stato trovato senza vita nella sua villa sulle colline fiorentine lo scorso 22 luglio, e inizialmente la procura di Firenze aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, pur ritenendo plausibile l’ipotesi del suicidio. Da allora, però, l’avanzamento dell’indagine ha ribaltato molte certezze iniziali.
L’esposto dell’ex moglie e nuove indagini
Il 25 luglio l’ex moglie, Elena Fabbri, ha presentato un esposto alla Procura, negando l’ipotesi di suicidio e segnalando elementi sospetti: nessun messaggio d’addio, la presenza di contanti, e un cambiamento d’umore improvviso dopo una telefonata ricevuta durante una vacanza. Alla luce di ciò, ha richiesto accertamenti tra cui esami tossicologici, il sequestro del telefono cellulare e della residenza di Pin.
In risposta, la Procura ha bloccato la restituzione della salma alla famiglia e ha disposto la perquisizione della villa, condotta fino a notte fonda. Sono stati sequestrati dispositivi elettronici, farmaci, documenti bancari e contabili per approfondire ogni elemento utile all’indagine.
Autopsia e sviluppi decisivi
Il prossimo passo investigativo sarà l’autopsia, in programma domani all’Istituto di medicina legale di Firenze. La Procura ha incaricato Rossella Grifoni, mentre la famiglia di Fabbri ha nominato come consulente il medico legale Roberto Chiarugi.
Gli esami mirano a chiarire eventuali tracce di sostanze nel corpo di Pin, escludendo o confermando la pista di una morte volontaria. Contemporaneamente vengono analizzati dati bancari e telefonici, per ricostruire gli ultimi giorni dell’ex calciatore, e verificare se la telefonata divenuta sospetta abbia innescato un evento traumatico.
Tesi di una morte non naturale: pareri familiari e legale
L’ex moglie, assistita dall’avvocato Mattia Alfano, e altri familiari escludono semplici problematiche personali: “Era sereno e in buone condizioni fisiche e mentali, gestiva da quarant’anni la depressione ma con consapevolezza e rigore”. L’assenza di un biglietto d’addio, l’equilibrio emotivo descritto da coloro che lo conoscevano, e il gesto improvviso dopo la telefonata, portano a ipotizzare un evento esterno o traumatizzante, piuttosto che l’atto volontario.
Linea di indagine e prossimi passi giudiziari
Il fascicolo resta aperto per omicidio colposo, senza indagati al momento. Gli investigatori stanno integrando elementi investigativi con approfondimenti forensi per delineare con precisione eventi, tempi e implicazioni. Dopo l’autopsia e i successivi approfondimenti, il quadro tecnico potrà far chiarezza sulle effettive cause della morte e sulle responsabilità coinvolte.