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Ucciso a 17 anni dal branco per uno scambio di persona: in 150 alla fiaccolata per Maati

A pochi giorni dalla nuova udienza del processo la famiglia chiede giustizia: "Chiediamo una pena commisurata a quello che vuol dire togliere la vita a un ragazzo"

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CAMPI BISENZIO— Una scia di fiammelle ha squarciato il buio e il silenzio di Campi Bisenzio per ricordare Maati Moubakir, il diciassettenne la cui vita è stata spezzata esattamente un anno fa da una violenza cieca e senza senso. Erano circa 150 le persone che ieri pomeriggio (28 dicembre) hanno partecipato alla fiaccolata organizzata dal comitato A-Maati, un corteo muto che ha ripercorso gli ultimi passi del giovane: da via Verdi, a pochi metri dalla discoteca dove era iniziata la serata, fino al tragico epilogo in via Tintori.

Era la notte del 29 dicembre 2024 quando Maati, residente a Certaldo e descritto da tutti come un ragazzo solare, finì nel mirino di un ‘branco’. Inseguito, picchiato e infine accoltellato a morte per quello che le indagini hanno confermato essere un tragico scambio di persona. Tra i familiari e gli amici, era presente anche la vicesindaca Federica Petti, a testimoniare la vicinanza di un’intera comunità ancora profondamente scossa da un delitto che ha messo a nudo la brutalità delle baby gang.

Le parole dei genitori, Silvia Baragatti e Farid Moubakir, cariche di una dignità straziante, hanno invocato fermezza nelle aule di tribunale. “Chiediamo una pena commisurata a quello che vuol dire togliere la vita a un ragazzo di 17 anni”, ha dichiarato la madre, sottolineando come il dolore si faccia insopportabile in concomitanza con le udienze. Silvia ha lanciato un appello affinché la morte del figlio diventi un monito contro la normalizzazione della violenza tra i giovani, chiedendo a ogni genitore di riflettere su cosa proverebbe se il proprio figlio non tornasse a casa dopo una serata di divertimento. Ancora più perentorio il padre Farid: “La vita è sacra, non si uccide nessuno così. Chiediamo il massimo della pena, se è previsto l’ergastolo, che ergastolo sia, senza sconti per nessuno“.

Il fronte giudiziario è infatti caldissimo. Il prossimo 12 gennaio è fissata una nuova udienza del processo che vede alla sbarra cinque imputati, tutti attualmente sottoposti a misura cautelare con l’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato. La difesa degli imputati ha cercato di minimizzare i ruoli dei singoli, ma l’accusa punta a dimostrare la piena consapevolezza e la ferocia del gruppo nell’aggressione.

Il ricordo di Maati si sposterà oggi a Certaldo, il suo paese, dove alle 17 verrà celebrata una messa in suo suffragio nella chiesa di San Tommaso in piazza Boccaccio. Sarà un altro momento di raccoglimento per una comunità che non vuole dimenticare e che, insieme alla famiglia, attende che la giustizia faccia il suo corso.

© Riproduzione riservata

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