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Spalletti ospite ad Atreju: “Destra o sinistra? Resto della mia idea”

Il ct toscano della Nazionale alla kermesse di Fratelli d'Italia. Ad aspettarlo Striscia la Notizia: "Quello che ho detto lo ripeto sempre perché so quello che dico". Ministro Abodi: "Non so come la pensi politicamente. Spalletti è un fratello d'Italia in generale"

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Spalletti ospite ad Atreju: “Destra o sinistra? Resto della mia idea”.

Luciano Spalletti ospite di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, partito di cui è leader la premier Giorgia Meloni, di scena a Roma.

Il ct della Nazionale dribbla Enrico Lucci che lo tallona per Striscia la Notizia al suo ingresso alla convention sabato 16 dicembre: “Luciano sei di destra o di sinistra?”.

Spalletti: “Mi dici tu di cosa sei? Ancora non si è capito. Sono tanti anni che ti palleggi di qua e di là”.

Lucci: “Una volta avevi detto che avevi il cuore a sinistra”.

Il ct azzurro di Certaldo: “Quello che ho detto lo ripeto sempre perché so quello che dico”.

Il ministro dello Sport Abodi: “Spalletti da Atreju? È un fratello d’Italia in generale. Qui c’è un confronto con rispetto tra chi ha pensieri diversi, ma non so nemmeno come la pensi politicamente”.

Poi Spalletti ospite di Atreju: ““Per appartenere a qualcosa bisogna sentirsi parte di qualcosa. La cosa fondamentale è dare un senso alla propria vita, altrimenti non ha senso. Quello dell’impegno deve essere un motivo costante e continuo dentro lo sport e la famiglia. Dobbiamo evidenziare di essere quelli che portano dentro il rettangolo di gioco il pensiero di tutti gli italiani. Dobbiamo evidenziare dei valori, far vedere che teniamo a questa maglia, far sapere dove siamo e per chi lo facciamo. La maglia è un dono e dobbiamo saperla indossare bene e avere tutte quelle qualità di chi viene chiamato ad indossarla”.

Il ct azzurro: “Siamo campioni in carica prima di tutto ma non ci interessa se qualcuno crede in noi, i calciatori devono credere in loro stessi. Io credo in loro. Non dobbiamo mai tirarci indietro portando questa bandiera sulle spalle e questo nome. Nessuno dei nostri avversari sarà felice di incontrare l’Italia, poi noi dobbiamo fare quello che è il nostro dovere in campo. Vogliamo essere ricordati da tutti per una squadra che ha fatto un calcio coraggioso, feroce, moderno, andando ad affrontare viso a viso gli avversari”.

“C’è questa insidia del mondo virtuale rispetto al mondo di abbracci veri, di qualcosa di fisico. Ad alcuni piace più il fantacalcio che il calcio, piace di più altro rispetto al calcio giocato e stiamo lavorando su questo”.

“A scuola serve l’ora del buon senso. Le donne vanno lasciate stare. Non si mettono le mani addosso alle donne. Si deve capire che questa ora è più importante di altre materie. Si dovrà far scoprire che il primo ragazzo ti lascerà, il secondo ti deluderà, va trovato il terzo, il quarto. Va insegnato a crescere e qualcuno va aiutato”.

“Sono orgoglioso della cittadinanza onoraria di Napoli. Lì mi sono sentito parte di una comunità, la mia gioia è stata vedere esplodere di felicità i napoletani. La felicità vera è quella che doni agli altri”.

“Mihajlovic? Ho tanti ricordi di Sinisa. E’ stato un avversario leale che aveva a cuore l’impegno sportivo. Il gioco e la bellezza del calcio per lui erano centrali e quando ha giocato contro il Napoli me lo ha detto: sarebbe stato contento se avessimo vinto noi”.

© Riproduzione riservata

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