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Bonus assunzioni per donne vittime di violenza, quanto vale e come funziona

(Adnkronos) – La recente legge di Bilancio 2024 ha portato una luce di speranza per le donne vittime di violenza in Italia. Un provvedimento che non solo mira a dare loro una nuova opportunità lavorativa ma si impegna anche a fornire un sostegno concreto per favorire la loro autonomia economica. Si tratta di un bonus per le assunzioni di donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie del Reddito di libertà che rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro la violenza di genere, offrendo alle donne la possibilità di riguadagnare indipendenza e dignità. La legge prevede un esonero totale dei contributi previdenziali per i datori di lavoro privati che decidono di assumere donne vittime di violenza, nel quadro del programma Reddito di Libertà, nel periodo triennale 2024-2026. Questo significa che le aziende che si impegnano ad offrire lavoro a queste donne saranno esentate dal versare i contributi previdenziali, fino a un massimo di 8.000 euro. “L’articolo 1, comma 191, della legge 30 dicembre 2023, n. 213 (legge di Bilancio 2024), ha stabilito che, in favore dei datori di lavoro privati che, nel triennio 2024-2026, assumono donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie del c.d. Reddito di libertà, al fine di favorirne il percorso di uscita dalla violenza attraverso il loro inserimento nel mercato del lavoro, è riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, con esclusione dei premi e contributi all’INAIL, nella misura del 100 per cento, nel limite massimo di importo di 8.000 euro annui riparametrato e applicato su base mensile. In sede di prima applicazione, la previsione di cui al precedente periodo si applica anche a favore delle donne vittime di violenza che hanno usufruito del Reddito di libertà nell’anno 2023”.  La circolare emanata dall’INPS fornisce ulteriori dettagli e istruzioni operative su come accedere a questo beneficio. È importante notare che il bonus è destinato esclusivamente alle donne disoccupate, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti e che siano beneficiarie del Reddito di Libertà. Questo non solo offre loro una possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, ma rappresenta anche un supporto concreto nel processo di uscita dalla violenza. La durata e la misura del bonus variano a seconda del tipo di contratto di lavoro. Per le assunzioni a tempo indeterminato, l’esonero dei contributi dura per 24 mesi, mentre per i contratti a tempo determinato è limitato a 12 mesi. Se, poi, il contratto è trasformato a tempo indeterminato l’esonero si prolunga fino al diciottesimo mese dalla data dell’assunzione con il contratto di cui al primo periodo. È un incentivo prezioso per le aziende che intendono offrire stabilità lavorativa a queste donne, incoraggiandole ad assumere con contratti a tempo indeterminato. Tuttavia, ci sono alcune condizioni da rispettare per accedere a questo bonus. Ad esempio, l’assunzione non deve violare il diritto di precedenza di altri lavoratori, e non è applicabile in caso di sospensioni dal lavoro dovute a crisi aziendali o riorganizzazioni. È importante che le aziende agiscano in modo etico e responsabile nell’utilizzo di questo incentivo. Inoltre, il massimale dell’agevolazione è fissato a 666,66 euro al mese, con una riduzione proporzionale per i rapporti di lavoro a tempo parziale, che garantisce una distribuzione equa delle risorse e assicura che il bonus sia accessibile a un numero più ampio di donne vittime di violenza. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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