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FIRENZE – Terremoto Keu in Toscana. La Procura distrettuale antimafia di Firenze ha chiuso le indagini preliminari sull’operazione keu, maxi-inchiesta sugli smaltimenti dei rifiuti speciali delle concerie (keu), notificando ai 29 imputati e ai rappresentati delle sette aziende coinvolte l’avviso di conclusione delle indagini propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.
Legami con la ‘Ndrangheta, cosca Gallace di Guardavalle, e anche la nuova accusa di corruzione elettorale.
Nomi eccellenti. Tra le persone raggiunte da avviso di garanzia ci sarebbero anche il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni. Quindi Ledo Gori, ex capo di gabinetto dei presidenti della Regione Toscana Rossi e Giani. I vertici del consorzio conciatori, compreso il presidente Alessandro Francioni.
Andrea Pieroni sarebbe accusato di aver presentato un emendamento alla legge regionale che eliminava una serie di obblighi per il consorzio.
Una lunga indagine, condotta dai carabinieri forestali e dal Noe che dunque è entrata nella politica regionale.
Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e i pm Giulio Monferini ed Eligio Paolini, ipotizzano un “sistema che vede coinvolti l’associazione conciatori e i singoli consorzi, consapevoli nel rispettivo ruolo, dal conferitore allo smaltitore dei rifiuti, di far parte di un circuito collaudato e strutturato”. I vertici del “sistema” erano secondo gli inquirenti, nelle compagini societarie delle societa coinvolte.
Il “peso economico del comparto associativo” avrebbe consentito, secondo la Procura, ai suoi referenti di avere “contatti diretti che vanno oltre i normali rapporti istituzionali con esponenti politici e istituzionali” della Regione e di altri enti locali.