(Adnkronos) – La scadenza a breve termine si somma alle incertezze sulla corretta applicazione della norma. E non è tutto: per quanto riguarda la novità che riguardano gli impianti fotovoltaici sono presenti molte criticità. Morello Ritter (Ambico): «Dobbiamo proporre soluzioni sicure e plug-in, solo così vinceremo questa corsa contro il tempo». Padova 10.09.2024. Una cosa è certa per Transizione 5.0: i soldi stanziati per il 2024 vanno spesi entro l’anno. E, salvo proroghe difficili da ottenere per il Governo, le risorse rischiano di essere tagliate – e quindi perse – se non vengono utilizzate. Una scadenza a breve termine che si somma alle incertezze, ancora enormi, sulla corretta applicazione della norma. Non solo: tra le novità relative agli impianti fotovoltaici sono presenti molte criticità, come spiega Alessandro Salvalaio, Presidente di GIFT Solutions, nota società specializzata in fotovoltaico per le imprese: «Non è tutto oro quel che luccica. Per ottenere l’agevolazione 5.0 per il fotovoltaico si è infatti costretti a eseguire anche un intervento attraverso beni strumentali 4.0 – i cosiddetti investimenti “trainanti” – e questo spesso non è nei piani delle aziende. Inoltre occorre considerare che sono obbligatori i pannelli fotovoltaici europei, che non sono facilmente reperibili e che costano il doppio di quelli made in China.». Esistono però delle possibilità differenti per ottenere ugualmente i benefici. Quali? «Bisogna fare rete tra fornitori, altrimenti perdiamo una grande occasione», dichiara Jonathan Morello Ritter, Ad di Ambico Group, che da anni si occupa di finanza agevolata, mettendosi al servizio delle imprese. «Dobbiamo proporre soluzioni sicure e plug-in, solo così vinceremo questa corsa contro il tempo». Di questo, a conti fatti, si tratta: una gara di velocità. Transizione 5.0 è sicuramente utile per incentivare gli investimenti delle imprese italiane, ma sconta una serie di ritardi e difficoltà. Inserito all’interno del Decreto PNRR del 2 marzo 2024, il piano avrebbe dovuto diventare operativo entro trenta giorni attraverso il suo decreto attuativo, che, però, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale solo lo scorso 6 agosto, con la circolare operativa arrivata soltanto dieci giorni dopo. «E le conseguenze di questi ritardi le pagano le aziende, che se ordinano oggi un impianto rischiano di vederselo consegnare troppo in là nel tempo», riflette Morello Ritter. «Senza contare che l’accesso è macchinoso e rischia di penalizzare soprattutto le piccole imprese, meno strutturate. Ecco perché dico che, per non lasciarsi sfuggire questa opportunità, occorre fare rete tra fornitori. E attivarsi subito». Sul tema interviene anche Daniele Stecco, Responsabile dell’Ufficio finanza agevolata di Ambico, con un suggerimento: «Partire subito con gli studi di fattibilità. La facilità a cui eravamo abituati con Industria 4.0 è acqua passata, bisogna correre». E Stecco spiega perché: «L’iter per accedere alle agevolazioni è lungo, quindi il nostro consiglio è di attivarsi fin da subito. Senza considerare che è necessario predisporre correttamente la pratica di accesso alle agevolazioni 5.0, ma non basta perché, per non perdere alcune opportunità, queste agevolazioni dovrebbero essere integrate con altre disponibili, come ad esempio la Sabatini. Inoltre, in fase di rendicontazione del progetto d’investimento serve attestare che l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili sia in totale corrispondenza con la documentazione contabile. Il consiglio che possiamo dare? Non improvvisare, verificare prima la fattibilità e farsi seguire da professionisti». Ufficio Comunicazione Ambico
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Industria 5.0: fare rete per non perdere le risorse
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