(Adnkronos) – Prima regola: non passare le giornate a fare ‘scrolling’ sullo schermo dello smartphone, non affidarsi anima e corpo all’oracolo Google per ogni informazione di cui si ha bisogno. Piuttosto, meglio investire tempo in una siesta pomeridiana che fa bene al cervello più degli onniscienti motori di ricerca. Sono i consigli di una persona che di reti neurali, tecnologie e soprattutto intelligenza artificiale se ne intende. Nel giorno in cui si celebra il World Brain Day, l’accademico canadese Mohamed I. Elmasry condivide una sorta di ‘check list’ per capire se stiamo facendo le mosse giuste per ridurre il rischio di demenza senile: allenando adeguatamente il cervello invece di cercare tutto su Google, per esempio. E’ questo il primo ‘comandamento’. Altra massima: fare riposini diurni regolari, perché – assicura nel suo libro appena dato alle stampe, ‘iMind: Artificial and Real Intelligence’ – può aumentare le probabilità di un invecchiamento sano. Nell’elenco amico della mente figurano semplici abitudini quotidiane (come la cosiddetta pennichella, appunto), allenamenti per la memoria, consigli come non usare lo smartphone. Elmasry evidenzia che oggi l’attenzione si è spostata troppo lontano dall’intelligenza ‘Ri’ (la Real Intelligence, cioè l’intelligenza naturale o reale) a favore dell’Ai, della macchina. Ma, fa notare, se “la durata di vita utile degli smartphone attuali è di circa 10 anni, una mente sana all’interno di un corpo sano può vivere per 100 anni o più”. E l’invito è quindi a nutrirla perché la mente, come gli smartphone, ha ‘hardware’, ‘software’ e ‘App’, ma è molte volte più potente e durerà molto più a lungo con la giusta cura. Esperto di fama internazionale nella progettazione di microchip e intelligenza artificiale, Elmasry è stato ispirato a scrivere il libro dopo la morte del cognato, affetto da Alzheimer, e di altre persone a lui molto care, tra cui la madre, affette da altre forme di demenza. Sebbene affermi che i dispositivi smart stiano “diventando sempre più intelligenti”, lo scienziato sostiene che nessuno si avvicina a “duplicare la capacità, la capacità di archiviazione, la longevità, l’efficienza energetica o le capacità di autoguarigione del cervello umano originale”. “Il vostro cervello-mente è il bene di maggior valore che avete o che avrete mai – è il messaggio che lancia su iMind – Aumentate il potenziale e la longevità prendendovene cura fin da piccoli, mantenendolo sano in modo che possa continuare a svilupparsi”. Elmasry entra nel concreto: “Gli esseri umani possono sviluppare e testare intenzionalmente la propria memoria giocando a ‘giochi cerebrali’ o eseguendo esercizi giornalieri per la mente”. Mentre “non si può esercitare la memoria del proprio smartphone per farla durare più a lungo o incoraggiarla a funzionare a un livello superiore”. Nel suo libro, il professore racconta un aneddoto sui suoi nipoti, i quali hanno dovuto usare il motore di ricerca dei loro smartphone per dare un nome alla capitale di Cuba, dopo aver trascorso una settimana nel Paese con i loro genitori. La storia ha una morale: illustra – spiega – come i giovani siano arrivati a fare affidamento sulle App Ai per smartphone invece di usare la loro vera intelligenza. “Una memoria sana va di pari passo con la vera intelligenza. La nostra memoria semplicemente non può raggiungere il suo pieno potenziale senza la Real Intelligence”. Il libro di Elmasry include approfondimenti sulla storia della progettazione dei microchip, dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale, nonché sul loro ruolo negli smartphone e in altre tecnologie. Il libro spiega anche come funzionano realmente sia l’intelligenza artificiale che quella umana, e come la funzione cerebrale collega la mente e la memoria. Confronta la mente umana e la funzione cerebrale con quella degli smartphone, di ChatGpt e altri sistemi basati sull’Ai. Basandosi su una vasta ricerca esistente, affronta poi l’attuale controversia sull’intelligenza artificiale e punta a ispirare i ricercatori a trovare nuovi trattamenti per l’Alzheimer, altre malattie neurodegenerative e il cancro. Lo scienziato sostiene che l’Ai attuale o persino quella che è stata pianificata per il futuro non può eguagliare le capacità di cervello-mente umani in termini di velocità, accuratezza, capacità di archiviazione e altre funzioni. L’invecchiamento sano, osserva, è dunque importante quanto il cambiamento climatico, ma non attrae neanche una frazione della pubblicità. Pertanto Elmasry chiede ai decisori politici di adottare una serie di riforme chiave per promuovere l’invecchiamento sano. Tra questi cambiamenti, suggerisce che le sale bingo potrebbero passare dalla loro funzione di intrattenimento sedentario a centri di apprendimento attivi e stimolanti. Quanto ai consigli pratici per le persone, oltre al pisolino che rinfresca la memoria e altre funzioni cerebrali e corporee, l’esperto offre anche una serie di indicazioni concrete per potenziare le capacità cerebrali e l’intelligenza reale. Tra queste rientra la creazione di una memoria ‘associativa’: il “dizionario di significato” del cervello, in cui si associano nuove informazioni a ciò che già si sa. Il suggerimento è poi: provare a leggere un libro ad alta voce, usando tutti i propri sensi invece di andare in modalità pilota automatico, e trasformare gli incontri quotidiani in esperienze vissute appieno. Altre tecniche includono l’integrazione di un giorno di vero riposo nella settimana, la revisione del proprio stile di vita già a partire dai 20 o 30 anni, l’adozione di una dieta sana e l’eliminazione o la radicale moderazione del consumo di alcol per ridurre il rischio di demenza. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Siesta, memory game e meno Google, consigli salva-cervello da esperto Ai
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