(Adnkronos) – “Noi abbiamo una dimensione dal basso, ma l’evento a Ferrara è per noi un’occasione di incontro importante, perché ovviamente il nostro mondo è un mondo molto ricco anche se articolato e quindi come tale dobbiamo riuscire a valorizzare tutte le specificità, mantenendo una direttrice di marcia comune, per cui, per la prima volta, invitiamo a questo incontro tutti i consigli direttivi dei comitati regionali, che è un po’ il gruppo dirigente e che insieme al presidente del comitato regionale governa i territori, per noi fondamentali. Ma è anche un’occasione di rafforzamento del gruppo dirigente, oltre che di crescita in termini di direttrice di marcia, di comune sensibilità e naturalmente di confronto e di crescita interna. Non mancherà un momento di confronto con le istituzioni, quindi con il ministro Abodi, con le componenti, in primis con il presidente Gravina, e con i presidenti delle componenti”. Così Giancarlo Abete, presidente della Lega Dilettanti presenta all’Adnkronos l’evento “Lnd Quarto Tempo – L’Innovazione del Calcio Dilettantistico” che si terrà a Ferrara dal 23 al 25 ottobre.
“Ci saranno tutta una serie di aree tematiche, con focus specifici perché quando parliamo di calcio femminile o di futsal parliamo di realtà organiche rispetto alla federazione e alla lega di dilettanti. Cerchiamo di dare forza a delle aree che ovviamente richiedono delle politiche specifiche in termini di sviluppo e di crescita, con una particolare attenzione anche all’impiantistica sportiva, all’area sociale, alla responsabilità sociale, che per noi è la seconda gamba, insieme a quella agonistica. Ci sarà anche attenzione alla tutela della salute con il progetto su una corretta alimentazione. Inoltre, sempre all’interno di un’area in senso più ampio sociale, ci sarà il discorso relativo all’educazione stradale, dato che le nostre società tesserano ragazze e ragazzi di tutte le fasce di età”, ha spiegato Abete.
“Un tema al quale cercheremo di dare grande attenzione, pur comprendendo tutti i problemi che ovviamente vanno al di là del nostro mondo e che quindi sono mega problemi, è quello dell’impiantistica sportiva, il rapporto con i comuni e con il credito sportivo. Abbiamo firmato una convenzione con l’Associazione Nazionale Comuni d’Italia e abbiamo creato un gruppo di lavoro per cercare, anche sul territorio di fare squadra, per tutti coloro i quali ritengono che il calcio e lo sport abbiano un valore e senza dubbio i comuni questo lo riconoscono”, ha detto Giancarlo Abete, presidente della Lega Dilettanti, all’Adnkronos parlando di impiantistica sportiva, tema che sarà trattato durante l’evento “Lnd Quarto Tempo – L’Innovazione del Calcio Dilettantistico” che si terrà a Ferrara dal 23 al 25 ottobre.
“Noi sappiamo che gli snodi sono la possibilità dei Comuni di fare investimenti che non vengono considerati di spesa corrente, per consentire ai Comuni stessi di dare priorità all’impiantistica sportiva rispetto ad esigenze primarie che ci sono; poi essendo la nostra una realtà associativa e non una realtà di società di capitali, bisogna poter avere un supporto, un finanziamento, degli strumenti più idonei, anche da parte del credito sportivo e anche nei confronti delle società oltre ad una possibilità di incentivare una manutenzione e delle concessioni o degli affidamenti di più lunga durata. Dato che si è vissuti sempre nella provvisorietà non si trova nessuno che fa un po’ di investimenti perché non c’è mai certezza del futuro e quindi se si vogliono coinvolgere le società bisogna, in qualche modo, anche stabilizzare dei rapporti di medio-lunga durata che consentano di motivare un investimento”, ha sottolineato Abete.
Il ministro per lo sport Andrea Abodi ha voluto fortemente il commissario per gli stadi in vista degli Europei del 2032. “Il commissario per i grandi impianti è un’ottima soluzione nel senso che in qualche modo deve avere la capacità di semplificare il quadro normativo, le procedure, ed evitare una situazione di continua dialettica. Quando scendi più in basso e vai sui territori devi coinvolgere i comuni e i territori far capire l’importanza di un impianto sportivo. Un esempio virtuoso potrebbe essere quello di De Rossi con l’Ostiamare? Si, ha fatto sette vittorie su sette, è a punteggio pieno…. Al di là del fatto che il calcio è bello perché non ha da’ certezze assolute e non è una scienza esatta, quando lo si conosce si sta un passo avanti…”, ha aggiunto sorridendo Abete.
“Valorizzare i giovani? E’ uno degli impegni quotidiani della Lnd e in ‘Quarto Tempo’ faremo anche un confronto tra la realtà del club Italia e le nostre rappresentative, visto che noi abbiamo un po’ la struttura delle rappresentative similare a quella del club Italia e abbiamo un numero crescente di giocatori che ogni anno salgono dal dilettantismo al professionismo. Ma ci sono generazioni che sono in qualche modo più talentuose di altre. Ci sta una situazione in cui non è che tu ti ritrovi da un momento all’altro il giocatore che ti fa la differenza a livello internazionale, i Sinner non nascono tutti i giorni…”, ha sottolineato Abete che ha parlato anche di Nazionale.
“Con Gattuso abbiamo vissuto insieme quella bellissima esperienza del 2006 ma tante altre, sia nei periodi in cui da presidente federale e da vicepresidente federale ho seguito costantemente la nazionale. E’ una persona di spessore, di qualità, di valori, che conosce il senso del gruppo e ne ha fatto la sua forza, quindi come tale ha preso un fardello impegnativo però è ben consapevole ma anche molto motivato, c’è fiducia, come è naturale”, ha aggiunto Abete. “L’Italia andrà ai Mondiali? Nella logica che il bicchiere è sempre mezzo pieno quello che mi sembra importante è recuperare una dimensione più forte di gruppo, di squadra, di gioco, del modo di stare insieme, poi speriamo che i sorteggi dei playoff, anche perchè in questo momento non si vedono grandi alternative a meno che la Norvegia non faccia un super passo falso, speriamo siano benevoli”, ha sottolineato il numero uno della Lnd.
“Innovazione del calcio dilettantistico? Per il calcio dilettantistico innovare vuol dire farlo con i modelli organizzativi, nel contesto di una riforma dell’ordinamento sportivo. Le nostre non sono innovazioni tra virgolette ‘tecnologiche’ perché con il Var e con la struttura che oggi hanno i campionati professionistici, si è ulteriormente caratterizzata la diversità tra mondo professionistico e mondo dilettantistico, perché quello che è possibile fare per alcune decine di società non è possibile farlo per 11.000 società e per 60.000 squadre quanto siamo noi. Quindi per quanto ci riguarda innovare significa sostanzialmente andare nella dimensione di capire che lo scenario di riferimento è cambiato, noi oggi abbiamo 45.000 contratti di lavoro, contratti di lavoro autonomo, si tratta di 8-9 volte i contratti che hanno tutti i professionisti messi assieme, perché naturalmente con la riforma dell’ordinamento sportivo con il decreto 36, abbiamo superato i vecchi accordi economici”, ha concluso il numero uno della Lnd.
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