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Atelier Yumia, la recensione

(Adnkronos) – Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, questo il titolo completo del nuovo capitolo della serie, segna un punto di svolta per la saga Atelier, da tempo consolidata nel panorama dei giochi di ruolo giapponesi. Sviluppato da Gust e pubblicato da Koei Tecmo, questo titolo per PS5, Xbox e PC abbandona la tradizionale struttura a zone per abbracciare un approccio open world, un cambiamento significativo che influenza profondamente l’esperienza di gioco. Il mondo di Aladiss, teatro delle vicende di Yumia, è presentato come un’entità vasta e complessa, circa duecento volte più grande delle aree esplorabili nei precedenti capitoli della serie. La sua caratteristica distintiva è la verticalità: imponenti montagne e profonde vallate si alternano a pianure e rovine, creando un ambiente che stimola l’esplorazione e richiede un approccio ragionato agli spostamenti. Questa conformazione geografica non è meramente estetica, ma influenza direttamente il gameplay, costringendo il giocatore a deviare dal percorso principale, a scalare pendii e a sfruttare al meglio le abilità di movimento di Yumia. La protagonista, Yumia Liessfeldt, si discosta nettamente dall’archetipo dell’alchimista spensierato dei precedenti Atelier. Il mondo di Aladiss, infatti, è permeato da un profondo disprezzo per l’alchimia e per coloro che la praticano, un elemento narrativo che conferisce al gioco un tono più cupo e maturo. Yumia si trova a dover affrontare il peso di questo pregiudizio, unendosi a un gruppo di ricerca i cui membri la guardano inizialmente con sospetto e diffidenza. Il sistema di movimento della protagonista è stato notevolmente potenziato rispetto ai precedenti capitoli. Oltre alle canoniche azioni di camminare, correre e saltare, Yumia può eseguire salti multipli grazie a speciali calzature potenziate dal mana, un’abilità che si rivela fondamentale per affrontare la verticalità del mondo di gioco. Il suo bastone non è solo un’arma, ma anche uno strumento versatile: può essere utilizzato per raccogliere materiali, colpire nemici e persino trasformarsi in un fucile per colpire bersagli lontani. L’introduzione della motocicletta, un veicolo alimentato dal mana, aggiunge un’ulteriore dimensione alla mobilità, permettendo di attraversare rapidamente le aree pianeggianti. Un elemento inedito e particolarmente interessante è la possibilità di costruire e personalizzare la propria base operativa, l’atelier. Questa meccanica, che si inserisce perfettamente nel contesto open world, permette al giocatore di creare un rifugio personalizzato in determinate zone del mondo di gioco. L’atelier non è solo un elemento estetico, ma un vero e proprio centro operativo, dove Yumia può dedicarsi all’alchimia, pianificare le proprie strategie e interagire con i membri del gruppo. La possibilità di personalizzare l’arredamento e la disposizione degli strumenti offre un ulteriore livello di profondità e coinvolgimento. Il sistema di crafting, da sempre un pilastro fondamentale della serie Atelier, raggiunge in “Atelier Yumia” un nuovo livello di complessità. La raccolta di materiali, la sintesi di nuovi oggetti, l’utilizzo di nuclei per influenzare le proprietà degli oggetti creati e l’aggiunta di gioielli per potenziare ulteriormente l’equipaggiamento richiedono una dedizione costante e una pianificazione accurata. Sebbene possa risultare inizialmente intimidatorio per la sua complessità, il sistema di crafting è descritto come uno degli aspetti più appaganti del gioco, offrendo al giocatore un senso di progressione tangibile e la possibilità di personalizzare il proprio stile di gioco. Nonostante le numerose innovazioni positive, il sistema di controllo di Yumia presenta alcune criticità che ne limitano in parte l’efficacia. La protagonista tende frequentemente a rimanere incastrata nella geometria dell’ambiente, anche durante azioni semplici come salire o scendere le scale. Questo problema, pur non essendo una novità nel panorama videoludico, si manifesta con una frequenza tale da risultare a tratti frustrante. Si segnalano inoltre problemi occasionali con la rilevazione degli input, che possono portare a mancate raccolte di materiali o a difficoltà durante i combattimenti. Anche il sistema di salto multiplo, pur essendo un’aggiunta gradita, non sempre funziona in modo impeccabile, attivandosi solo in determinate circostanze e fallendo occasionalmente nell’esecuzione. Il sistema di combattimento si svolge in tempo reale, con transizioni fluide tra esplorazione e battaglia. Yumia e i suoi compagni possono utilizzare una varietà di abilità e attacchi, con la possibilità di passare da un personaggio all’altro in qualsiasi momento. Ogni membro del gruppo possiede abilità uniche e un numero limitato di utilizzi per ogni skill, incentivando la rotazione dei personaggi e l’utilizzo strategico delle debolezze elementali dei nemici. Tuttavia, l’abbondanza di effetti particellari e la sovrapposizione delle zone di combattimento con l’ambiente circostante possono talvolta compromettere la visibilità, rendendo difficile seguire l’azione e schivare gli attacchi nemici. La recensione menziona anche la difficoltà, in alcune circostanze, nell’attivare determinati menu, come quello di supporto, a causa di input ignorati o conflittuali. La narrazione di “Atelier Yumia” si concentra sulle tematiche del pregiudizio, dell’accettazione e del superamento dei traumi personali. I membri del gruppo di ricerca, inizialmente ostili nei confronti di Yumia, imparano gradualmente a conoscerla e ad apprezzare le sue qualità, superando i propri pregiudizi sull’alchimia. Le storie personali dei personaggi sono descritte come toccanti e ben sviluppate, e le loro interazioni contribuiscono a creare una dinamica di gruppo credibile e coinvolgente. La trama si dipana attraverso l’esplorazione delle diverse regioni di Aladiss, la scoperta di antichi segreti legati all’alchimia e la ricerca di una soluzione al “Disastro del Mana” che ha segnato il passato di Yumia. In definitiva, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è un titolo ambizioso e ricco di contenuti, che rappresenta un passo avanti significativo per la serie Atelier. L’introduzione di un vasto mondo aperto, caratterizzato da una marcata verticalità, un sistema di crafting profondo e stratificato, e una narrazione più matura e coinvolgente, contribuiscono a creare un’esperienza di gioco appagante e duratura. Nonostante alcune imperfezioni nel sistema di controllo e occasionali problemi tecnici, il gioco è più che valido, per la sua capacità di innovare pur mantenendo gli elementi fondamentali che hanno reso la serie Atelier tanto apprezzata. 
Formato: PS5 (versione testata), PS4, Switch, Xbox Series X|S, Xbox One, PC Editore: Capcom Sviluppatore: Capcom Voto: 8/10 —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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