(Adnkronos) – L’arrivo della serie TV Fallout, prodotta da Amazon Studios, apre non solo un nuovo capitolo nell’universo post-apocalittico creato nel 1997 da Interplay, rivela con sempre maggior vigore come l’industria cinematografica abbia trovato nei videogiochi e nei mondi-sistema da essi creati un nuovo filone di cui nutrirsi. L’universo Fallout, circa 50 milioni di fan in tutto il mondo, vendite record, decine di premi e più di 170 milioni di download della versione mobile è ambientato in mondo post-apocalittico e nel corso dei differenti capitoli della saga racconta di una realtà che, nel 2077, è stata devastata da una guerra nucleare. Jonathan Nolan, sceneggiatore di Memento, Interstellar, Westworld e molti altri grandi successi, questa volta veste i panni del produttore e del regista e insieme alla moglie Lisa Joy, porta sullo schermo un mondo dove la catastrofe nucleare ha delineato un futuro alternativo, popolato da sopravvissuti che hanno trovato la salvezza all’interno dei Vault, rifugi antiatomici di lusso. Le vicende portate in scena da Nolan sono ambientate nel 2296, circa dieci anni dopo gli avvenimenti di Fallout 4, ultimo episodio videoludico dove correva l’anno 2287. La serie in 8 episodi vede come protagonista non solo Lucy, Ella Purnell, destinata a esplorare un mondo senza più regole morali, ma anche il Ghoul, Walton Goggins . Lo stesso Nolan in un’intervista afferma come si sia fatto guidare dal suo essere fan di Fallout nella realizzazione della serie, e proprio al gioco fa riferimento quando afferma che una delle caratteristiche di Fallout è di essere evocativo e incredibilmente retro futuristico grazie allo stile unico della sua iconografia. Non resta che accomodarsi e stappare una Nuka Cola. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Fallout: l’iconica epopea di videogiochi diventa una serie TV su Amazon Prime
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