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Bambina sopravvissuta a naufragio, procuratrice minori: “Natale in comunità per Yasmine”

(Adnkronos) – La piccola Yasmine, la bambina di 11 anni della Sierra Leone, unica superstite del naufragio avvenuto nei giorni scorsi al largo di Lampedusa, salvata dal veliero di una ong tedesca, lascerà presto l’hotspot di Lampedusa. Ad annunciarlo all’Adnkronos è la Procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna, che da ieri si sta occupando ininterrottamente della piccola rimasta sola.  “La bimba andrà al più presto in una comunità per minori – spiega la Procuratrice – deve stare il meno possibile all’hotspot. Approfondiremo per capire se Yasmine ha ancora i genitori o altri parenti e sulla base delle individuazioni che ci dirà lei stessa, verificheremo che procedimento effettuare”. Se la bambina dovesse risultare orfana, si aprirebbe un procedimento di dichiarazione dello stato di adottabilità.  “In quel caso – spiega il magistrato – si troverebbe una famiglia affidataria e poi una famiglia adottiva”. Mentre, se dovesse avere i genitori, si “dovrebbe pensare al più presto al ricongiungimento”. Dalle prime notizie raccolte dalla ong, la bambina era in viaggio con il fratellino che sarebbe morto nel naufragio. Avrebbe detto ai soccorritori di avere ancora il padre e dei fratellini, ma è tutto da verificare. Già domani, o al massimo sabato, la Procuratrice andrà a sentire la piccola Yasmine. “Ci stiamo muovendo con molta attenzione e urgenza – spiega – è una bimba ed è da sola e deve stare il meno possibile in un hotspot”. Intanto, verrà nominato al più presto un tutore per la piccola, come prevede la norma per i bambini non accompagnati.  
La piccola Yasmine è stata salvate alle 3 del mattino di mercoledì. Gridava flebilmente “Help, help”, quando è stata soccorsa dal Trotamar III, il veliero della Ong tedesca Compasscollective. L’hanno avvistata in acqua a dieci miglia da Lampedusa. Chiedeva aiuto attaccata a due camere d’aria. I marinai l’hanno raggiunta e tirata su mentre era in ipotermia e visibilmente sotto choc. Ma era viva. “Ho 11 anni, sono della Sierra Leone”, ha detto ai volontari della Ong. “Siamo partiti da Sfax, in Tunisia, tre giorni fa. Su quella barca di ferro eravamo in 45. C’era anche mio fratello. A un certo punto il mare è diventato troppo più grande di noi. La barca si è riempita d’acqua ed è andata a fondo”. Lei ha preso le camere d’aria insieme ad altre persone per salvarsi: “Per un po’ siamo rimasti in tre. Tutti attaccati a quel salvagente. Eravamo vicini nel mare. Ci tenevamo. Pregavamo. Ma poi non li ho più visti. Sono rimasta sola”.  La bimba è rimasta alla Guardia medica solo poche ore. Come spiegano i medici. “Era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un po’ disidratata. Dopo 4 ore circa ha lasciato l’ospedale”. Il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo ha aperto una inchiesta per naufragio e omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  La Guardia di Finanza da ieri sorvola la zona senza trovare traccia degli altri 44 naufraghi, come raccontato dalla piccola testimone oculare. “Ci ha detto che altri due fratelli sono in Tunisia in attesa di partire”, hanno spiegato agli investigatori i volontari che l’hanno sentita. E adesso, la piccola Yasmine lascerà l’hotspot di Lampedusa per andare in una comunità in attesa di conoscere cosa le riserverà il futuro. Il Natale lo trascorrerà certamente in una comunità famiglia, al caldo, con altri bambini. Soli come lei. (di Elvira Terranova) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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