(Adnkronos) – Dopo l’Usaid, rimasto chiuso a sorpresa ieri, nel mirino di Donald Trump ci sarebbe il Dipartimento dell’Istruzione. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, citando proprie fonti ben informate e facendo riferimento alle misure che intende adottare il Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk per ridurre le agenzie federali e il personale governativo, l’Amministrazione Usa starebbe valutando un ordine esecutivo per smantellarlo. Nel dettaglio, l’ordine esecutivo priverebbe il Dipartimento dell’Istruzione di tutte quelle funzioni che non sono scritte esplicitamente nel suo statuto e ne sposterebbe altre ad altri dipartimenti. L’obiettivo finale, aggiungono le fonti, sarebbe quello di elaborare una proposta legislativa per abolire il Dipartimento. I dettagli dell’ordine esecutivo e la sua tempistica sono ancora in fase di discussione da parte dei consiglieri, precisano le fonti. Già in campagna elettorale, tra l’altro, Trump aveva promesso di eliminare il Dipartimento, limitare il coinvolgimento federale nell’istruzione e dare più autorità agli stati. Sotto l’Amministrazione Biden il Dipartimento dell’Istruzione era finito nel mirino dei repubblicani soprattutto per i prestiti agli studenti e le protezioni contro la discriminazione di genere alla comunità Lgbtq. Una fonte citata dal Wall Street Journal precisa che anche prima dell’insediamento di Trump il suo team di transizione aveva redatto un ordine esecutivo che avrebbe incaricato il Segretario all’Istruzione di elaborare un piano per eliminare il Dipartimento e chiesto al Congresso di approvarlo. L’abolizione completa del Dipartimento richiederebbe infatti un atto del Congresso. Già durante il suo primo mandato Trump aveva tentato, senza riuscirci, di unire i dipartimenti dell’Istruzione e del Lavoro. Questa volta i consiglieri di Trump potrebbero adottare lo stesso l’approccio usato per smontare le funzioni principali dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, l’Usaid. Negli ultimi giorni i rappresentanti di Musk hanno ottenuto accesso a documenti sensibili presso l’agenzia, ne hanno chiuso il sito web, disattivato gli indirizzi e-mail e detto ai dipendenti di non recarsi in ufficio. Eliminare il Dipartimento dell’Istruzione, o tagliarne i finanziamenti, potrebbe però essere politicamente rischioso. Un recente sondaggio del Wall Street Journal ha rilevato che il 61% degli elettori registrati si oppone alla sua eliminazione e che la maggior parte degli americani preferisce tutelare i finanziamenti per l’istruzione. Il Dipartimento dell’Istruzione è stato creato nel 1979 dall’allora presidente Jimmy Carter su richiesta della National Education Association, il più grande sindacato degli insegnanti degli Usa. In termini di personale, è il più piccolo di tutte le agenzie a livello di gabinetto. Le attività principali includono la fornitura di sovvenzioni per studenti a basso reddito, la regolamentazione sugli studenti disabili, l’applicazione delle leggi sui diritti civili. Nel frattempo, Trump ha già firmato ordini esecutivi per incaricare il Segretario all’Istruzione di elaborare piani per ”ripulire le scuole” da quello che ha descritto come “indottrinamento radicale”, per ampliare la scelta scolastica e per combattere l’antisemitismo all’interno delle università. Analizzando questi ordini esecutivi, Randi Weingarten, presidente dell’American Federation of Teachers, ha detto che quello che appare è che “il governo federale è maggiormente coinvolto, non meno, nell’istruzione”. Almeno 60 dipendenti del Dipartimento dell’Istruzione, insieme a un numero imprecisato di supervisori, sono stati sospesi dal lavoro venerdì sera, ha affermato Brittany Holder, portavoce dell’American Federation of Government Employees, sindacato dei dipendenti federali. Molti dipendenti federali avevano partecipato a corsi di formazione volontari sulla diversità o prestato servizio in un consiglio comunitario, ha aggiunto Holder citato dal Wall Street Journal. Un avviso informava i dipendenti interessati che erano stati messi in congedo amministrativo con stipendio e benefit completi, sottolinea il giornale. Il quartier generale dell’Usaid ieri è rimasto a sorpresa chiuso ed al personale è stato comunicato, con un mail inviata poco dopo la mezzanotte, di rimanere a casa. Il clamoroso sviluppo è arrivato dopo che Elon Musk aveva annunciato con un post di aver avviato il processo per chiudere l’agenzia, da lui definita “un’organizzazione criminale”. Il miliardario che guida il Doge ha affermato di aver avuto l’assenso di Donald Trump. Già la scorsa settimana Trump aveva congelato tutti i programmi di aiuto all’estero dell’agenzia, tranne quelli per Israele e Egitto, provocando caos e enorme preoccupazione nel campo dell’assistenza umanitaria Usa. In seguito, erano state rimosse decine di funzionari ai livelli apicali dell’agenzia, accusati di aver tentato di aggirare il blocco. Ma ora – come sottolinea il Washington Post – le dichiarazioni di Musk su una sua imminente chiusura, insieme al vero e proprio blitz dei suoi nella sede dell’agenzia, confermano il potere che figure non elette, guidate dall’uomo più ricco del mondo, hanno nello sforzo dell’amministrazione Trump di ristrutturare il governo federale. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Usa, Dipartimento Istruzione nel mirino di Trump: allo studio piano per abolirlo
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