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Il bonus nascite 2025 si presenta come un sostegno concreto per le famiglie, con un’attenzione particolare ai genitori con un reddito basso. L’accesso alla misura è regolato dall’Isee, fissato a 40.000 euro: chi guadagna meno di questa cifra potrà ricevere 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato, con l’importo che viene erogato in un’unica soluzione. Questa somma non verrà conteggiata come reddito, quindi non incide sull’imposizione fiscale.
Il ruolo dell’Isee
L’obiettivo di questa misura è un supporto alle famiglie con reddito basso, senza gravare eccessivamente sulle risorse pubbliche. L’Isee, uno strumento che non solo influisce sul reddito, ma anche sulla vita di ogni giorno, potrebbe non essere la soluzione ideale. La misura potrebbe non rispondere completamente ai bisogni reali delle famiglie in quanto potrebbero esserci coppie giovani, pur non superando i 40.000 euro di reddito, comunque in difficoltà a fine mese.
Una nota positiva arriva dalla decisione di escludere l’assegno unico universale dal calcolo dell’Isee, aumentando così il numero di famiglie che possono accedere al bonus.
L’Italia e il calo demografico
Nel 2023, sono nati 379.000 bambini, e il tasso di natalità continua a diminuire. L’Italia è diventata una delle nazioni con il tasso di fertilità più basso al mondo, superata solo da Paesi come la Corea del Sud e Singapore, appena un po’ meglio di Spagna e Ucraina. Il risultato è un Paese che invecchia rapidamente e un sistema di welfare sempre più sotto pressione. Dal 2008 a oggi, le nascite sono diminuite di circa il 34%.
Aiuti per le famiglie: bonus mamme e altri contributi
Oltre al bonus di mille euro, c’è anche il potenziamento del bonus asilo nido, che può arrivare fino a 3.600 euro, e l’estensione del bonus mamme alle lavoratrici autonome, una novità che mira a raggiungere in particolare le famiglie più fragili.
