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Quirinale, scrutinio numero sette. Salvini punta sulla “donna in gamba”. Casini torna in pole

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Quirinale, scrutinio numero sette. Casini torna in pole dopo la doppia votazione del 28 gennaio. Al termine della quale Matteo Salvini, Lega, e l’ex premier Giuseppe Conte, M5S, hanno dato la buonanotte annunciando, separatamente, una candidatura donna. “Donna in gamba”, ha tenuto a ben sottolineare Salvini. Si fanno i nomi di Elisabetta Belloni, Marta Cartabia, Paola Severino. Non è una “donna in gamba” Casini, ma il suo nome prende quota sabato 29 gennaio mattina. Vedremo se la notte ha portato consiglio. I riflettori sono puntati anche sul nome di Elisabetta Belloni, la prima donna nella storia della Farnesina a essere nominata, nel 2016, segretario generale. In carriera diplomatica dal 1985, Belloni è la prima donna in Italia alla guida dei Servizi segreti, nominata il 12 maggio 2021 dal presidente del Consiglio Mario Draghi per guidare il Dis Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Sul nome di Belloni Grillo twitta: “Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni”. Mentre per Matteo Renzi: “Che il capo dei servizi segreti in carica diventi presidente della Repubblica è inaccettabile. Si tratta di una deriva senza precedenti. Italia Viva dice no a Elisabetta Belloni”. E sul nome della numero uno dei Servizi si registra un no trasversale nelle componenti Pd. Vedremo dunque se la votazione numero sette sarà quella che annuncerà il nuovo Capo dello Stato. Altrimenti è pronta la votazione numero otto nel pomeriggio.

Una votazione numero sette a cui si arriva dopo lo scrutinio di venerdì 28 mattina in cui la ‘donna in gamba’ Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, seconda carica dello Stato dopo il presidente della Repubblica, è stata il nome su cui c’è stata una tripla convergenza. Quella del  centrodestra che l’ha candidata. Quella del centrosinistra che non l’ha votata e si è astenuto. Quella di parte del centrodestra che non le ha fatto pervenire 71 voti. Per lei 382 preferenze, lontane dal quorum fissato a 505 voti. Nel pomeriggio con lo scrutinio numero sei Mattarella a valanga con 336 voti. Ma gli astenuti ne hanno presi di più, vale a dire 445. Quale è il significato dei 336 voti al presidente della Repubblica uscente? Secondo Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana, Pd, grande elettore, “I 336 voti espressi in modo trasversale e senza indicazioni da parte di partiti politici per Sergio Mattarella sono un segnale del Parlamento che, secondo me, non può e non deve essere ignorato. Il suo lavoro di questi anni, sempre al servizio e nell’interesse del Paese, è e resta un esempio straordinario”.

© Riproduzione riservata

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