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Ucciso in cartiera in Lucchesia, il 13 gennaio l’interrogatorio di garanzia del presunto omicida

È un autotrasportatore di origine albanese di 50 anni. Disposta l'autopsia per capire la dinamica del delitto. Si cerca la pistola

LUCCA – È un autotrasportatore di origine albanese di 50 anni l’uomo fermato a Lucca per l’omicidio di Artan Kaja, l’imprenditore terzista nel ramo della movimentazione morto in un deposito della Smurfit Kappa di Capannori, in provincia di Lucca, lo scorso 7 gennaio.

L’uomo si sarebbe presentato ai carabinieri, assistito da un avvocato, per affermare di essere lui la causa della morte dell’uomo. Dopo il gesto avrebbe gettato via la pistola. Un racconto confuso, quello fatto ai militari di Lucca e al pubblico ministero Lucia Rugani, che lunedì 13 gennaio passerà al vaglio del Gip, davanti al quale il 50enne si presenterà per l’interrogatorio di garanzia. 

Rimangono ancora fumosi i contorni dell’episodio. L’uomo è stato trovato morto in una pozza di sangue davanti al cancello del deposito dove aveva appena finito di lavorare. A trovare il corpo è stata la moglie, che non lo aveva visto rincasare e non riusciva a contattarlo al telefono. L’ultima telefonata Artan l’aveva fatta con il fratello e la comunicazione si era interrotta improvvisamente. 

Sarà l’autopsia, richiesta dalla pm Rugani al medico legale Ilaria Marradi, a chiarire qualcosa di più su quanto avvenuto. Si indaga, inoltre, oltre che per la ricerca dell’arma anche per individuare un possibile movente del gesto. 

© Riproduzione riservata

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