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MARINA DI CARRARA – Open Arms bloccata a Carrara. Nuovo fermo amministrativo.
Nuovo fermo amministrativo di 20 giorni per Open Arms nel porto di Marina di Carrara con migliaia di euro di multa dopo lo sbarco di 176 migranti, con 96 minori, di mercoledì 4 ottobre pomeriggio.
A dare la notizia la stessa Open Arms giovedì 5 ottobre.
E’ il secondo fermo consecutivo per Open Arms nel porto di Carrara dopo il precedente stop dopo lo sbarco di 196 migranti del 22 agosto scorso.
Open Arms via social: “Il nostro rimorchiatore è stato bloccato nel porto di Carrara con un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa di diverse migliaia di euro. Il nostro reato? Aver salvato 176 persone nel Mediterraneo centrale, la frontiera più pericolosa della terra. Da otto anni a questa parte assistiamo ad un assurdo capovolgimento della realtà, dove chi finanzia dei torturatori in Libia può farlo impunemente e chi, come noi, salva vite in mare è costantemente sotto accusa”.
Dunque Open Arms bloccata a Carrara, dopo lo sbarco di 176 migranti. Operazioni coordinate dalla Prefettura, prefetto Guido Aprea, con il Comune di Carrara, sindaca Serena Arrighi, terminate con la partenza delle persone sbarcate. Circa 80 rimangono in Toscana. Minori non accompagnati anche in Lombardia, Veneto, Emilio Romagna.
Al termine dello sbarco a Marina di Carrara dei 176 naufraghi soccorsi sabato scorso in acque internazionali il capitano della nave umanitaria e la capo missione “sono stati ascoltati per oltre 6 ore dalle autorità competenti per una ricostruzione di quanto avvenuto durante la missione”. Al termine del colloquio è scattato sono scattati il fermo e la multa.
Sabato scorso, dice Open Arms a Adnkronos, Open Arms ha effettuato tre diverse operazioni di soccorso in acque internazionali. A bordo delle prime due imbarcazioni c’erano 33 e 36 persone, “viaggiavano in condizioni di pericolo e senza equipaggiamento di salvataggio”. Dopo aver terminato i primi due soccorsi e aver ricevuto l’indicazione del porto da parte delle autorità italiane, prosegue Adnkronos, la nave umanitaria ha ricevuto un mayday da Seabird, il velivolo di ricognizione di Sea Watch, per un carretta del mare “sovraffollata e in pericolo”. “Il velivolo ci informava che la Open Arms era l’assetto navale più vicino all’imbarcazione in pericolo e che non c’erano altri assetti nelle vicinanze. Abbiamo, dunque, informato le autorità competenti e ci siamo diretti verso il target che era a circa 20 miglia dalla nostra posizione (2 ore circa di navigazione)”.
“Arrivati sul posto, ci siamo trovati di fronte a un gommone sgonfio e sovraccarico con a bordo 109 persone, 94 delle quali minori non accompagnati”. Il team, continua Adnkronos, ha messo in sicurezza i naufraghi e ha effettuato il trasbordo delle persone sul ponte della nave, “sempre informando in tempo reale le autorità italiane che non hanno mai fornito una risposta a nessuna delle mail inviate”. Terminato il salvataggio la nave si è diretta verso il porto di Genova, inizialmente assegnato dalle autorità italiane e successivamente modificato in quello di Marina di Carrara.
Poi: “Riteniamo davvero inaccettabile dover subire un secondo fermo per aver fatto il nostro dovere, per aver cioè rispettato le convenzioni internazionali e il diritto del mare. Ricordiamo che è dovere del capitano di qualunque imbarcazione prestare soccorso a naufraghi in pericolo di vita e che l’omissione di soccorso è quella sì un reato grave punibile dalla legge. Tutte le persone soccorse erano in condizioni di estrema vulnerabilità, provate fisicamente e psicologicamente. Tantissimi i ragazzi tra i 14 e i 16 anni soli, molto provati dal viaggio, dalle violenze subite e dal fatto di essere lontani dalle proprie famiglie”.