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MASSA – Un’operazione su vasta scala, con epicentro in Toscana e ramificazioni fino in Lombardia e Spagna, ha portato all’arresto di 13 persone sospettate di far parte di un’organizzazione criminale dedita all’importazione e al traffico di hashish e marijuana.
L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Massa Carrara con il supporto della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, ha fatto emergere uno scenario strutturato e inquietante, in cui logistica, coperture, tecnologia e armi si intrecciavano per alimentare un mercato illegale diffuso sul territorio nazionale.
I provvedimenti, eseguiti alle prime luci dell’alba in diverse province italiane tra cui Massa Carrara, Lucca, La Spezia e Milano, sono il risultato di un’indagine articolata in due fasi. Nove persone sono finite in carcere, mentre per altre quattro sono scattate misure cautelari come l’obbligo di dimora e di presentazione quotidiana ai carabinieri. Le accuse a loro carico sono pesanti: appartenenza a un’associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, trasporto e spaccio di stupefacenti, con l’aggravante della transnazionalità. La droga veniva importata dalla Spagna, nascosta in auto o camion, e stoccata in immobili disseminati tra Massa, Camaiore, Montignoso, Seravezza e Sarzana. I nascondigli erano cantine, box auto e appartamenti, tutti individuati e perquisiti nel corso delle indagini.
L’organizzazione aveva a disposizione mezzi di trasporto dedicati, telefoni e piattaforme criptate come Sky per comunicare, oltre a un vero e proprio arsenale: pistole, munizioni, esplosivi. I capi del gruppo gestivano direttamente i contatti con i fornitori spagnoli, curavano gli aspetti logistici e commercializzavano la droga in diversi territori, da Massa Carrara a Milano. Sono contestati cinque episodi di importazione e oltre venti cessioni di stupefacenti, tutte avvenute tra il 2020 e il 2023. Fondamentale, in una seconda fase dell’indagine, è stato l’apporto investigativo della Dia di Firenze e di Eurojust, che ha permesso l’accesso e l’interpretazione di migliaia di messaggi criptati scambiati tra i membri del sodalizio. Un contributo tecnico che ha consentito di risalire anche a operazioni precedenti e di attualizzare le piste investigative.
Durante le indagini erano già state arrestate in flagranza 18 persone e sequestrati 66 chili di droga, quattro pistole, ordigni esplosivi e oltre 129mila euro in contanti.
La rete era complessa, distribuita su più livelli, e capace di operare indisturbata per anni. Il comunicato della procura di Genova sottolinea l’importanza di rendere pubbliche queste informazioni, nel rispetto della presunzione di innocenza degli indagati, affinché sia chiaro quanto le dinamiche del narcotraffico siano ormai profondamente radicate anche in contesti territoriali apparentemente periferici.