|
Getting your Trinity Audio player ready...
|
C’è un Natale a Gaza? Chissà se per i piccoli sopravvissuti a bombe, fame, disperazione e anche a indifferenza Babbo Natale arriva con i giocattoli nelle tendopoli di sfollati flagellate da vento e pioggia.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato, con successiva marcia indietro del suo ufficio: “Non abbandoneremo mai Gaza. Non accadrà. Siamo lì per difenderci e per evitare che quanto accaduto si ripeta”.
E il ministro Crosetto sottolinea “Per Gaza c’è una coalizione che sta cercando di costruire una missione difficilissima, in uno degli ambienti più difficili che esistono per costruire una missione, molto peggio dell’Afghanistan“.
Il cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, a Gaza ha celebrato in anticipo la Messa di Natale, compiendo anche un ampio giro ricognitivo recandosi fino alla spiaggia dove si estendono le tendopoli di sfollati. Anche per quantificare gli aiuti necessari. “Nonostante tutto, a Gaza ci sono segni di speranza. I problemi sono ancora tutti sul tappeto. Bisogna ricostruire case, scuole, ospedali. La popolazione vive in una povertà estrema, in mezzo alle fognature, in mezzo alle immondizie, però, allo stesso tempo, ha il desiderio di ricostruire la propria vita. Qui il Natale si celebra senza grandi festeggiamenti, a parte la liturgia. Però c’è davvero tanta gioia”.
Padre Gabriel Romanelli, parroco della Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, unica chiesa cattolica di Gaza City, ai media vaticani: “Non ci saranno feste esterne, perché il conflitto continua, ma celebrazioni liturgiche, momenti di preghiera e piccoli segni di gioia sì: un albero di Natale, il presepe, anche quello vivente. Una volta lo facevamo nel teatrino, che ora però è diventato casa per chi non ce l’ha più”. Raccontando che durante la Messa di Natale presieduta dal cardinale Pizzaballa, “nove bambini hanno ricevuto la prima Comunione, mentre un altro piccolo fedele, di nome Marco, ha ricevuto il Battesimo”.
Intanto prima di Natale Israele dalla striscia di Gaza respinge Save the Children, come dichiara la stessa ong: “La nostra richiesta di registrazionecome Ong internazionale autorizzata a operare con i residenti palestinesi è stata respinta dalle autorità israeliane. Di conseguenza, il nostro personale internazionale non può più accedere a Gaza e non siamo in grado di far entrare le nostre forniture nella Striscia, ma abbiamo avviato un ricorso legale per contestare questa decisione”.
Ed altre ong sono a rischio, avverte Medici senza Frontiere: “Le nuove misure introdotte da Israele per la registrazione delle organizzazioni non governative internazionali rischiano di privare centinaia di migliaia di persone a Gaza di cure mediche salvavita. Le nuove disposizioni potrebbero comportare la revoca della registrazione delle Ong internazionali a partire dal 1 gennaio 2026. La mancata registrazione impedirebbe alle organizzazioni, tra cui Msf, di fornire servizi essenziali alla popolazione di Gaza e della Cisgiordania”.
I patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme, riporta Vatican News, “hanno diffuso il tradizionale messaggio di Natale, ribadendo che la pace non può ridursi a una semplice sospensione delle ostilità, ma deve essere accompagnata da giustizia, riconciliazione e rispetto dei diritti fondamentali. Aprendo il testo con un richiamo alla Lettera agli Ebrei – “Circondati da una così grande nube di testimoni, corriamo con perseveranza la corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù” – i leader cristiani invitano i fedeli a rimanere saldi nella speranza anche nei momenti di maggiore sofferenza”.



