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Boom di rifiuti tessili abbandonati a Prato, la procura chiede più strumenti per fermare il trasporto abusivo

Già smaltite illegalmente 252 tonnellate nei primi quattro mesi del 2025. In via Brugnani la 'terra dei fuochi' della provincia laniera

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PRATO – Nei territori dei comuni di Prato, Carmignano, Montemurlo, Calenzano, Poggio a Caiano e Vaiano – sulla base dei dati forniti da Alia Servizi Ambientali spa e dalle
verifiche di quanto emerso dai procedimenti trattati dalla prociura, nei cui ambiti in
numerosissimi casi sono stati emessi provvedimenti di sequestro – si è accertato che
sono stati abbandonati e successivamente smaltiti rifiuti tessili per complessive 819
tonnellate nell’anno 2024 e per 252 tonnellate nei primi quattro mesi del 2025, in tal modo segnando un incremento consistente rispetto agli anni precedenti. Con riferimento al 2023, infatti, il fenomeno afferiva a 154 tonnellate. Ed è, dunque, evidente l’impennata nel 2024, ove si è registrato l’aumento di quasi sei volte, che permane nei dati e nelle stime del 2025. Se in quattro mesi si è raggiunta la soglia di 252 tonnellate e se si stima una progressione costante si dovrebbe raggiungere la soglia annuale di circa 800 tonnellate anche nel 2025.

Gli interventi sono stati realizzati prevalentemente nei territori dei comuni di Prato (si è passati da 150 tonnellate del 2023, alle 752 del 2024 e alle 234 tonnellate dei primi quattro mesi del 2025), Carmignano (si è passati da 1 tonnellata del 2023, alle 20 del
2024 e ale 4 tonnellate dei primi quattro mesi del 2025), Calenzano (si è passati dal nulla del 2023, alle 19 tonnellate del 2024 e alle 10 tonnellate dei primi quattro mesi del 2025) e Montemurlo (si è passati da una tonnellata del 2023, alle 8 tonnellate del 2024 e alle 4 tonnellate dei primi quattro mesi del 2025). Va rilevato anche il dato di Poggio a Caiano, dove, a fronte dell’estensione di 6 chilometri quadrati, risultano rinvenute due tonnellate nel 2023 e 19 tonnellate nel 2024.

L’attività repressiva dei reati ambientali sul territorio pratese, affidata al gruppo Ambiente della procura di Prato, è strettamente collegata all’attività tessile condotta da migliaia di imprese, in larga parte gestite da cittadini di origine cinese, provenienti dalle regioni del Fujian e dello Zhejiang, ubicate nella parte orientale della Repubblica Popolare Cinese.

Il trasporto abusivo di rifiuti di natura tessile nei processi penali risulta essere stato curato da trasportatori non iscritti all’Albo nazionale gestori ambientali, tenuto dalla Camera di Commercio, che prelevano rifiuti di tale natura da imprese di confezioni o di pronto moda per smaltirli illecitamente mediante abbandoni incontrollati sul terreno. Tali risultati sono stati ottenuti con il supporto delle forze di polizia giudiziaria specializzate, quali l’unità specialistica di polizia giudiziaria dislocata in procura, polizia locale municipale e provinciale, carabinieri forestali e dipartimento Arpat

La procura segnala l’esigenza di disporre di strumentazione tecnica più sofisticata – e, in particolare, dotazioni di telecamere senza il led di infrarosso – derivante dalle attività
investigative in corso. Sul punto, va evidenziato che, nell’area del Comune di Prato, in via Brugnani (la cosiddetta terra del fuoco di Prato), impiegata diffusamente per l’abbandono dei rifiuti tessili ai quali viene appiccato il fuoco (sono presenti almeno una decina di bracieri agevolmente individuabili percorrendo la strada), non si è riusciti a individuare gli autori di tali incendi, perché, in almeno un caso, l’autore con in mano due taniche si è dato alla fuga non appena visto il led, come si è potuto constatare dalle cosiddette fototrappole (i fotogrammi).

Nell’area dove insiste via Brugnani, a ridosso del torrente Filimortula, è stata individuata e recentemente sgomberata un’area ove erano stoccati 10 tonnellate di rifiuti, di cui 5 tonnellate di tessili stoccate illegalmente. Peraltro, nella medesima zona insistono dei cosiddetti orti cinesi, gestiti da imprenditori cinesi, che sono stati e sono oggetto di attenzione investigativa.

L’esigenza di disporre di strumenti più sofisticati investe, come si è già rappresentato in sede istituzionale, le strutture di polizia giudiziaria specializzate, come il Nucleo 2 Investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale dei carabinieri di Prato (Nipaf) e l’aliquota ambiente delle polizie municipali e del Dipartimento Arpat.

© Riproduzione riservata

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