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PRATO – Un duro colpo all’evasione fiscale nel mondo del tessile pratese, a controllo dell’imprenditoria cinese.
Il tribunale delle misure di prevenzione di Firenze ha emesso una misura di prevenzione
patrimoniale del sequestro nell’ambito dell’attività di contrasto alla criminalità economico-finanziaria, nei confronti di un soggetto di origine cinese già coinvolto in un procedimento penale per reati tributari, gestore di fatto di una filiera di imprese apri e chiudi. Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Prato, su delega della procura.
L’imprenditore sottoposto a misura, attivo nel settore tessile del distretto pratese sin dal 1999, è stato riconosciuto un evasore fiscale seriale socialmente pericoloso. Egli ha potuto contare, nel corso di oltre vent’anni di operatività illecita, sulla collaborazione costante, qualificata e strategica di consulenti compiacenti, li cui apporto si è rivelato essenziale per l’ideazione e l’attuazione di un articolato schema fraudolento.
Con il loro supporto tecnico-professionale, l’imprenditore ha fittiziamente intestato la titolarità di almeno sette ditte individuali a prestanome – anch’essi di origine cinese – predisponendo assetti societari volutamente opachi e funzionali a dissimulare la
gestione di fatto da parte del medesimo soggetto, che ha dato vita a un modello
unico per durata, che ha preso le mosse il 27 maggio 2021, per come riconosciuto dal tribunale.
I consulenti coinvolti, sfruttando le proprie competenze in ambito fiscale, contabile e amministrativo, hanno fornito un contributo decisivo nella costituzione, gestione e
chiusura pilotata delle imprese, garantendo la continuità del disegno fraudolento attraverso la redazione di atti, bilanci e dichiarazioni finalizzati a eludere i controlli e a schermare i movimenti economici reali.
Ciascuna di tali imprese, dopo un breve periodo di operatività, è sistematicamente
cessata con l’insorgere dei primi rilevanti debiti erariali, per neutralizzare sul nascere eventuali azioni di accertamento o riscossione da parte dell’amministrazione
finanziaria. Attraverso questa modalità seriale e strutturata di evasione – resa possibile anche grazie al concorso consapevole dei professionisti – l’imprenditore si è fraudolentemente sottratto al pagamento delle imposte per un ammontare complessivo, comprensivo di sanzioni e interessi, ben superiore a 3,5 milioni di euro.
Analogamente, oltre alla sistematica sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte
con imprese apri e chiudi, rientrano nel modus operandi delle imprese
l’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali (anche rilevantealla luce delle soglie
di cui all’art. 5 d. Igs. 74/2000), nonché la sistematica emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti finalizzata alla movimentazione delle ingenti disponibilità di
denaro contante che vengono riscosse e impiegate nell’ambito degli acquisti e delle cessioni in nero di merce.
Le indagini patrimoniali successive all’esecuzione delle prime misure cautelari
(personali e reali) nei confronti dell’imprenditore e dei suoi familiari e conviventi,
approfondite dalla procura e dal gruppo della Guardia di Finanza di Prato, hanno consentito di ricostruire un’incoerenza tra la sua posizione reddituale/dichiarativa e le
possidenze patrimoniali accumulate nel corso degli anni, tale da dimostrare un ingente arricchimento patrimoniale conn una sistematica evasione delle imposte dovute.
Alla luce di tale sproporzione, è stata predisposta una proposta di misure di prevenzione
e il Tribunale Misure di Prevenzione di Firenze, in aderenza a quanto richiesto, ha emesso un decreto di sequestro ai sensi del Codice Antimafia, con il quale è stato disposto il sequestro di due unità immobiliari, fra cui un immobile commerciale a Prato del valore di oltre un milione di euro, nonché di una società immobiliare fittiziamente interposta dall’imprenditore di fatto per la realizzazione di tale investimento immobiliare.
Si tratta del primo caso, nella provincia di Prato e in Toscana, di applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di un evasore fiscale qualificato, va ribadito, come socialmente pericoloso. Un’applicazione che segna un importante punto di svolta nell’approccio repressivo verso le più insidiose forme di illegalità economica, riconoscendo espressamente come l’evasione fiscale seriale – quando connotata da reiterazione, strutturazione organizzativa, impiego sistematico di strumenti fraudolenti e impatto economico rilevante – possa integrare una pericolosità sociale equivalente a quella delle condotte tipiche della criminalità economica tradizionale.
Il provvedimento adottato rappresenta una risposta concreta e innovativa da parte
dell’autorità giudiziaria e della polizia economico-finanziaria, che riconoscono nell’evasore fiscale professionale non solo un soggetto che si sottrae agli obblighi tributari, ma un vero e proprio attore di un disegno criminoso capace di compromettere l’equilibrio del mercato, inquinare al concorrenza, sottrarre risorse pubblicheessenziali e favorire il radicamento di economie parallele.
L’utilizzo delle misure di prevenzione patrimoniali, tipicamente impiegate per contrastare mafie e criminalità organizzata, assume in questo caso un valore emblematico: evidenzia la strategia di equiparazione funzionale tra chi utilizza il potere della violenza e chi, sfruttando l’apparente legalità degli strumenti giuridici ed economici, mina dall’interno la tenuta del sistema fiscale e produttivo del paese.
Questa azione segna l’avvio di una nuova linea di indirizzo istituzionale, fondata sull’impiego sinergico degli strumenti investigativi penali e di prevenzione, e dimostra la volontà della procura di Prato e della Guardia di Finanza di non lasciare zone grigie nell’area dell’evasione organizzata, soprattutto quando essa si presenta con i caratteri della sistematicità, dell’intenzionalità fraudolenta, del mascheramento patrimoniale e dell’impiego di professionalità esterne compiacenti.
La portata del provvedimento, dunque, va ben oltre la singola operazione giudiziaria: rappresenta un precedente significativo e un messaggio chiaro a tutela dell’economia sana, delle imprese oneste e della credibilità dell’azione pubblica di contrasto alle forme più pericolose di illegalità economica. Si è assicurata la continuità dell’impresa attraverso la nomina di un amministratore giudiziario per la società oggetto di sequestro preventivo.
Il 25 giugno inizierà il procedimento nel contraddittorio delle parti. La confisca potrà dirsi definitiva solo all’esito di una pronuncia ablativa dell’autorità giudiziaria.