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Corruzione, niente arresto per la sindaca Bugetti: “Con le dimissioni non c’è pericolo di reiterazione del reato”

Ai domiciliari invece l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, il presunto corruttore. Il Gip accoglie tutte le ipotesi accusatorie

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PRATO – Ai domiciliari l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, il presunto corruttore della sindaca dimissionaria di Prato, Ilaria Bugetti. 

Stamattina (26 giugno) i militari del Ros dei carabinieri di Firenze hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicaziione della misura nei confronti dell’imprenditore.

Il Gip, nel provvedimento di applicazione della misura, ha ritenuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione nei confronti di Riccardo Matteini Bresci e Ilaria Bugetti, riconoscendo tutti gli episodi contestati dalla procura e affermando che la sindaca di Prato “si è uniformata alle richieste dell’imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine che aveva verso il medesimo a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni.”

Nei confronti del solo imprenditore, il Gip, nell’applicare la misura, ha riconosciuto la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato affermando “la tendenza dell’indagato a utilizzare le persone che ricoprono cariche pubbliche e che possono operare in suo favore piegando così ai suoi interessi la loro funzione”.

Il Gip ha rigettato, invece, la richiesta di applicazione della misura cautelare avanzata dalla procura nei confronti dellla sindaca Ilaria Bugetti. 

La mancata applicazione della misura cautelare non discende dall’assenza dei gravi indizi di colpevolezza, riconosciuti dal giudice, “ma dal venir meno delle esigenze cautelari in seguito alle dimissioni dell’indagata dalla carica di primo cittadino di Prato”.

Secondo il Gip, infatti, sebbene le dimissioni saranno irrevocabili solo dopo il termine di venti giorni, “non può dubitarsi della serietà delle medesime”. Le dimissioni, a dire del Gip, “fanno venir meno il pericolo di reiterazione del reato che sarebbe stato immanente se l’indagata avesse mantenuto la carica pubblica, avendo la stessa, per anni, adottato un comportamento penalmente rilevante”. 

© Riproduzione riservata

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