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Sfrutta il lavoro di dieci stranieri fra cui un minorenne, nei guai un commerciante di frutta e verdura

Operazione congiunta dei carabinieri e della Guardia di Finanza a Chianciano: eseguito un decreto dispositivo di controllo giudiziario d’impresa e un sequestro preventivo

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CHIANCIANO TERME – Sfruttamento del lavoro, operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza nel Senese. 

Sotto la direzione della locale procura sono intervenuti a Chianciano Terme per un decreto dispositivo di controllo giudiziario d’impresa e un sequestro preventivo, emesso dal tribunale di Siena – Ufficio dei giudici per le indagini preliminari, nei confronti di una persona sottoposta alle indagini per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, previsto dall’articolo 603 bis del codice penale.

L’indagine ha preso avvio da una attività di monitoraggio effettuata a partire dal febbraio 2024 dai Carabinieri del nucleo dell’ispettorato del lavoro di Siena e finalizzata a verificare l’impiego in nero o irregolare di manodopera nel settore del commercio al dettaglio ortofrutticolo nella Valdichiana senese.

Negli accertamenti successivi i carabinieri dell’ispettorato sono stati coadiuvati anche dai militari delle stazioni dei carabinieri di Chianciano Terme, Sarteano, Chiusi e Montepulciano, grazie ai quali il nucleo ispettorato del lavoro senese ha compendiato un quadro indiziario nei confronti di un cittadino di Chianciano Terme, titolare di due imprese individuali attraverso le quali gestiva diversi esercizi di vendita al dettaglio di frutta e verdura nell’ambito della provincia. 

L’ipotesi di reato che viene contestata all’indagato è l’impiego di manodopera (10 cittadini stranieri, tra cui un minore di anni 18) a condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno, con particolare riferimento alla corresponsione di un salario inferiore a quello previsto dalla contrattazione collettiva, a turni lavorativi estenuanti (da 12 a 15 ore al giorno, senza pausa lavorativa e senza giorno di riposo settimanale), a violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e a situazioni alloggiative degradanti.

La Guardia di Finanza ha svolto accertamenti economico-patrimoniali nei confronti dell’indagato e delle sue imprese individuando i beni al medesimo riconducibili, omprese le disponibilità finanziarie, da sottoporre a misura ablativa, privandolo delle ricchezze illecitamente accumulate. 

In base agli elementi di prova raccolti, il pubblico ministero ha richiesto l’adozione di misure cautelari idonee, applicate dal Giudice per le indagini preliminari, che ha condiviso l’ipotesi formulata dalla procura ed ha disposto il controllo giudiziario delle due imprese individuali e degli esercizi commerciali ad esse collegati, nominando contestualmente un amministratore giudiziario, potendo l’interruzione dell’attività imprenditoriale comportare ripercussioni negative sui livelli occupazionali o compromettere il valore economico del complesso aziendale; il sequestro preventivo finalizzato alla confisca obbligatoria diretta e/o per equivalente del profitto del reato di cui all’incolpazione provvisoria, quantificato nella somma complessiva di 55.875 euro.

© Riproduzione riservata

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