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Chiusura Beko Siena, il corteo dei 400. In piazza anche l’arcivescovo

Il cardinale Lojudice ha portato ai lavoratori la vicinanza della Chiesa. Sindaca Fabio: "Presente la politica a tutti i livelli. Bisogna lottare insieme". Incontro istituzionale in Provincia, presidente Carletti: "Siena deve continuare ad avere sito industriale in grado di produrre"

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SIENA – Chiusura Beko Siena, il corteo dei 400. In piazza anche l’arcivescovo.

Chiusura Beko Siena, anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val d’Elsa – Montalcino e presidente della Conferenza Episcopale della Toscana, è intervenuto lunedì 25 novembre in piazza della Lizza a Siena all’apertura del corteo dei lavoratori della Beko Europe “per testimoniare la solidarietà e la vicinanza della Chiesa ai dipendenti di cui verrà chiuso lo stabilimento in città per decisione della proprietà”. L’arcivescovo ha parlato con i lavoratori e ha assicurato la presenza della Chiesa a loro fianco. Presenti anche don Vittorio Giglio, direttore della Caritas diocesana. È quanto riferisce Gianluca Scarnicci, portavoce del Cardinale Lojudice.

Giornata in cui nel pomeriggio si è tenuto in Provincia il tavolo istituzionale convocato dalla presidente Agnese Carletti.

Nicoletta Fabio, sindaca di Siena: “La città questa mattina ha dato una risposta evidente: c’erano senesi affacciati alle finestre, c’è una piazza piena perché questi lavoratori sono un simbolo della città di Siena”. Presenti dtutte le istituzioni unite a sostegno del mondo del lavoro. Il corteo si è svolto in risposta al piano industriale dell’azienda, che ha annunciato, fra gli altri, 299 esuberi a Siena, dando di fatto il via alla chiusura dello stabilimento di viale Toselli entro il 2025.

“Consentitemi un ricordo personale. Qualche anno fa, in tutt’altro ruolo, sono stata in quella che allora si chiamava Whirlpool per l’installazione dei pannelli che rappresentavano le diciassette Contrade, così come sempre all’interno dell’azienda sono visibili altri pannelli con le immagini delle porte di Siena. Questo non è solo un ricordo emotivo; questo è il segno, uno dei tanti segni, del fatto che nella fabbrica di viale Toselli c’è Siena e c’è la storia della città”.

“Adesso è il tempo non solo della commozione, non solo delle parole di solidarietà che sicuramente sono importanti e rassicuranti per i lavoratori che stanno rischiando il loro posto insieme alle loro famiglie, ma è anche il tempo dell’orgoglio, del coraggio. Oggi è presente la politica a tutti i livelli e bisogna lottare insieme, ciascuno per quello che gli compete: il Comune di Siena, i Comuni contermini, la Provincia, la Regione, il Governo, anche l’azienda. Vi ho sentito comprensibilmente gridare e cantare contro quest’ultima perché non sta certo facendo un bel servizio a voi per primi e a questa città, ma Beko deve rimanere al tavolo. Credo che anche l’attivazione della Golden Power da parte del Governo sia stato un mezzo per costringere l’azienda a mettersi a sedere e trattare”.

“Questo sito deve rimanere un sito industriale, su questo il Comune farà tutto quello che è in suo potere, perché non possiamo rinunciare a quella che è una delle poche realtà di natura industriale di questo territorio, non soltanto per i lavoratori di oggi ma anche per i lavoratori di domani. C’è un passato importante, un passato di cui tutti voi e tutti noi siamo giustamente orgogliosi; c’è un presente di difficoltà, indubbia, di crisi innegabile; ma può, deve esserci un futuro e per questo dobbiamo combattere. Non è il tempo delle recriminazioni; sappiamo che questa è una storia che viene da lontano, ma non serve in questo momento piangere sugli errori del passato, bisogna cercare di non commettere errori per il vostro e per il nostro futuro. Il Comune di Siena e il sindaco sono sicuramente con voi con tutte le forze”.

Gianluca Scarnicci, portavoce del Cardinale Lojudice: “Nel recente incontro dei sindacati con il card. Lojudice è stata evidenziata la necessità di fare rete tra istituzioni, chiesa, sindacati e società civile per essere accanto a chi rischia di perdere il proprio posto di lavoro con ricadute sociali ed economiche importanti e preoccupanti su tutto il territorio. Un disagio che certamente verrà intercettato e sostenuto dai centri di ascolto della Caritas. Inoltre Lojudice, che è anche presidente della conferenza episcopale toscana, ha ricordato che oltre a Beko esistono nel territorio regionale altre vertenze che pongono importanti criticità alla nostra attenzione”.

“Siena deve continuare ad avere un sito industriale in grado di produrre e mantenere gli attuali livelli di occupazione”. E’ la posizione condivisa da tutti i partecipanti al tavolo di coordinamento istituzionale sulla Beko Europe convocato dalla presidente della Provincia di Siena, Agnese Carletti.

Al tavolo, che ha riconfermato la propria vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori, hanno preso parte, oltre alla sindaca Nicoletta Fabio, anche i sindaci dei Comuni della provincia, i parlamentari di riferimento per il territorio Francesco Michelotti (FdI), Tiziana Nisini (Lega), Silvio Franceschelli (Pd), il presidente della Camera di Commercio di Siena e Arezzo Massimo Guasconi, il presidente Associazione Industriali Toscana Sud Fabrizio Landi e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e di categoria.

La riunione, rispetto alla quale i partecipanti hanno riconfermato l’impegno a seguire la vertenza ciascuno nell’esercizio delle funzioni ricoperte nell’ambito del proprio ruolo istituzionale e di rappresentanza, è stata l’occasione per un approfondito scambio di informazioni in vista del prossimo tavolo di crisi convocato da Ministero delle imprese e del Made in Italy a Roma il 10 dicembre. Il tavolo di coordinamento degli enti locali tornerà a riunirsi all’esito dell’incontro al ministero.

“Tutta la Regione è vicina ai 299 lavoratori; abbiamo assistito alla politica che, con le valutazioni dell’Antitrust, sosteneva che non vi era alcun pericolo nell’aggregazione di Whirlpool con l’altro soggetto turco; sei mesi dopo, ci troviamo di fronte al ‘tutti a casa’. Non è accettabile, non è possibile. Vogliamo condividere un ragionamento serio con il ministro Urso sulla golden power per costringere la proprietà a fare i conti con il fatto che non può mandare a casa 300 persone”,  cosi Valerio Fabiani, consigliere di Giani per lavoro e crisi aziendali. “Beko deve aver chiaro che se intende affrontare, insieme a istituzioni e organizzazioni sindacali, le criticità dello stabilimento di Siena noi ci siamo, ma deve rimuovere qualsiasi spada di Damocle o altre forme di pressione: in caso contrario prenderemo atto del fatto che sono solo scuse per tentare di giustificare una decisione già assunta e irreversibile. Si tratterebbe quindi di una colossale operazione di carattere speculativo che per connotati, dimensioni e tempistica non avrebbe precedenti. Saremmo di fronte a un gruppo che nasce per acquisire nuove quote di mercato e nuovi marchi per chiudere un minuto dopo gli stabilimenti lasciando a casa centinaia di persone”.

 

Francesco Michelotti,  deputato senese FdI: “Siena ed i senesi non sono soltanto dalla parte dei 299 lavoratori Beko, ma hanno dimostrato, questa mattina, di sentire in loro uno dei simboli dell’identità cittadina, basata sui valori della condivisione e dei legami. La prova di una compartecipazione e dello stringersi insieme contro una decisione aziendale inaccettabile a danno di 299 lavoratori e delle loro famiglie, è stato il corteo al quale ho a mia volta partecipato questa mattina, insieme al sindaco Nicoletta Fabio, al vice sindaco Michele Capitani, e ad alcuni consiglieri comunali di fratelli d’Italia, lungo il centro storico di Siena. É più che mai forte l’orgoglio al quale oggi è necessario ricorrere per affrontare, insieme, questo momento buio. Il governo Meloni ha messo in campo tutti gli strumenti necessari per scongiurare il dramma del presente, su tutti il ricorso al golden power per costringere i vertici aziendali di Beko a partecipare al tavolo delle trattative; con l’esecutivo, siamo già al lavoro per garantire al sito senese un percorso di reindustrializzazione. Oggi serve un aiuto concreto per attirare aziende che si dimostrino serie, in primo luogo nella tutela dell’occupazione, che deve essere il centro di politiche industriali corrette. Fondamentale, in quest’ottica, è l’impegno delle istituzioni a tutti i livelli, attraverso il valore di un’unità che vada oltre le divisioni e le appartenenze politiche, come dimostrato al tavolo istituzionale che si è da poco concluso nella sede della Provincia di Siena. 299 persone e le loro famiglie hanno il diritto non solo a ricevere la massima solidarietà collettiva, ma che le istituzioni siano compatte e salde, nel loro impegno, al loro fianco”.

UIL Toscana, segretario generale UIL Paolo Fantappiè: “Esprimiamo la nostra piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Beko allo stabilimento di Siena, vittime ancora una volta di decisioni unilaterali di un’azienda straniera che arriva e lascia macerie. Purtroppo vediamo ancora gli effetti del colonialismo imprenditoriale presente nel nostro Paese, ma soprattutto in Toscana. Imprese straniere, senza radici, orientate solo ed esclusivamente al profitto senza interessarsi minimamente del tessuto sociale presente sul territorio. Questi lavoratori soffrono per l’incertezza da anni, già dalla passata gestione, ed eccoci arrivati al dunque. Oltre agli ammortizzatori sociali per far fronte a questa crisi crediamo che non sia possibile continuare a pensare di fare impresa senza una politica industriale nazionale e regionale vera e seria. Serve tornare a quella visione imprenditoriale senza la quale non può esserci un vero sviluppo del territorio”.

© Riproduzione riservata

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