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Maxi operazione antidroga, arresti a Pisa e Lucca

Carabinieri di Perugia. Aliquote antiterrorismo primo intervento. 250 kg droga. Misure cautelari per 24 indagati. Collegamenti tra associazione criminale di matrice nigeriana e Clan dei Casalesi

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Maxi operazione antidroga, arresti a Pisa e Lucca
Maxi operazione antidroga, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Perugia hanno dato esecuzione lunedì 8 aprile ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip. del Tribunale di Perugia nei confronti di 24 indagati (quattro irreperibili) ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina.
Arresti anche a Lucca e Pisa. Emersi collegamenti tra presunta associazione criminale di matrice nigeriana ed esponenti della criminalità organizzata campana con particolare riferimento ad un soggetto ritenuto di vertice del clan dei casalesi.

 

Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato contestato agli indagati un traffico di circa 250 chili di stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro.

L’esecuzione del provvedimento cautelare è stata eseguita alle prime luci dell’alba di lunedì 8 aprile oltre che nella provincia di Perugia anche in quelle di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese, con il supporto militari dei locali Comandi Provinciali, della componente aerea del 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e delle Aliquote Antiterrorismo di Primo Intervento di Perugia.

Le indagini, avviate nei primi mesi dello scorso anno, costituiscono l’ulteriore evoluzione,  spiega in un comunicato la Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, di quelle concluse dal nucleo investigativo perugino a giugno e agosto del 2022 nel cui ambito erano stati raggiunti, tra provvedimenti cautelari e arresti in flagranza, 45 soggetti, sequestrati 24 chili di eroina e 150.000 euro.

Dall’indagine è emerso che il gruppo, definito unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un’abitazione presa in affitto nel centro di Perugia  presso la quale sarebbero stati stoccati e rivenduti, in pochi mesi, centinaia di chili di droga.

I carabinieri ritengono che attraverso di decine di pusher venivano quotidianamente alimentate le piazze di spaccio di Umbria, Toscana, Marche e Campania.
Gli sviluppi investigativi hanno permesso di appurare che il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l’associazione era il nord Europa.
Al soggetto ritenuto del ‘Clan dei Casalesi’, il provvedimento cautelare è stato notificato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove – riferisce sempre la procura – si trova rinchiuso per estorsione.

Nel prosieguo del filone investigativo gli investigatori, dopo l’arresto di tre cittadini nigeriani eseguiti tra febbraio e marzo 2023 a Terontola, provincia di Arezzo,  e Sinalunga, provincia di Siena, trovati in possesso di oltre 1,5 kg di eroina, sono riusciti ricostruire una rete di connazionali, stanziali a Perugia e cittadini italiani, in grado d’importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall’estero.
Le indagini, prosegue il comunicato, sono state condotte mediante attività tecniche.
Il gruppo, unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un’abitazione presa in affitto nel centro di Perugia presso la quale sarebbero stati stoccati e rivenduti, in pochi mesi, centinaia di chili di droga.
Una volta ricevuto il carico di stupefacenti, presso l’immobile iniziava un vero e proprio viavai di altri connazionali i quali, a loro volta e con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di sostanza che poi veniva venduta al dettaglio attraverso di decine di pusher. Proprio l’impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori, consentiva quotidianamente di alimentare le piazze di spaccio non solo dell’Umbria ma anche quelle della Toscana, delle Marche e della Campania.
I corrieri, al fine di eludere eventuali investigazioni, nel tempo avevano adottato le più disparate tecniche di occultamento; i diversi fermi operati consentivano di rinvenire stupefacente in fusti di detersivo, all’interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all’interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte occultati sulla persona.

In più circostanze è stato accertato anche il ricorso alla pericolosissima tecnica dell’impiego dei “corrieri ovulatori”: in un caso, addirittura, è stato monitorato un soggetto (poi arrestato) che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza. Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l’associazione disponeva anche di un chimico deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l’assenso alla conclusione dell’affare.

Il GIP di Perugia, considerata la gravità indiziaria in ordine anche al reato associativo finalizzato al traffico di sostanze di stupefacenti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari – tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati e il pericolo di fuga degli indagati – valutata la pericolosità sociale ha emesso per 10 indagati la misura della custodia in carcere, per 3 la misura degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza e per altri 11 la misura dell’obbligo di presentazione quotidiana alla PG territorialmente competente.

Dei 24 soggetti destinatari della misura cautelare 4 sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale per i quali sono state attivate ricerche anche in ambito internazionale.

© Riproduzione riservata

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