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Annuario Arpat 2024: dati ambientali Toscana.
Annuario Arpat 2024, presentazione dell’annuario dei dati ambientali della Toscana 2024.
Tredicesima edizione, rappresenta il risultato di un anno di monitoraggio da parte dell’Agenzia; la mole di dati raccolti da ARPAT racchiusa nell’annuario, “rappresenta infatti un termometro per misurare lo stato di salute ambientale nella nostra regione”.
Il focus è stato dedicato quest’anno all’acqua e a come il cambiamento climatico incida sulla quantità e qualità delle acque, già impattate dalle attività antropiche.
Misurare e monitorare questi effetti “è il punto di partenza per attivare politiche di resilienza adeguate e disponibili per tutti”.
Tutti i relatori intervenuti convengono nel considerare i dati ambientali presentati come un patrimonio collettivo pubblico, utile per orientare le scelte istituzionali, non più rinviabili, ma anche per stimolare nuovi stili di vita nei singoli e nella collettività. Oltre ad essere un momento di confronto tra i diversi attori: associazioni ambientaliste, mondo produttivo e sindacale, che a diverso titolo si occupano di ambiente e sono interessati a trovare soluzioni sostenibili per la protezione dell’ambiente e il contrasto agli effetti del cambiamento climatico.
La giornata moderata dal direttore generale ARPAT Pietro Rubellini ha preso avvio, dopo il videomessaggio di Stefano Laporta presidente SNPA, con la relazione del direttore tecnico Marcello Mossa Verre, che ha illustrato i dati raccolti e i trend elaborati dall’Agenzia volti a fornire il quadro esaustivo dell’ambiente in Toscana.
Nella seconda parte della giornata spazio alla tavola rotonda che ha visto il confronto tra le associazioni ambientaliste, il mondo del lavoro e ISDE – Medici per l’ambiente.
Secondo il presidente Regione Toscana Eugenio Giani: “La presentazione dell’annuario dei dati ambientali, giunto alla tredicesima edizione, è un appuntamento irrinunciabile. Frutto del lavoro di analisi, controllo e monitoraggio da parte dell’Agenzia di protezione ambientale della Toscana, l’Annuario offre un quadro esaustivo dello stato dell’arte delle matrici ambientali, indispensabile per orientare la capacità di risposta dei decisori, ma anche per accrescere la consapevolezza della popolazione. Il monitoraggio offerto dall’Agenzia è centrale in rapporto alle sfide imposte dai cambiamenti climatici. Pensiamo per esempio all’acqua e all’approccio culturale diverso che dobbiamo assumere rispetto al tema delle precipitazioni atmosferiche. Vere e proprie ‘bombe d’acqua’ sono fenomeni che hanno perso il carattere della straordinarietà, come vediamo anche in questi giorni, per rientrare invece nell’ordinario. Qui si deve concentrare la priorità di tutti gli enti pubblici in rapporto alle azioni a difesa del territorio. La gestione dell’assetto idrogeologico è un aspetto sul quale come Regione Toscana stiamo concentrando il massimo degli sforzi”.
“Sono molto soddisfatto di vedere che per quanto riguarda la qualità dell’aria in Toscana vengono confermati trend di miglioramento anche marcati e anche nelle situazioni storicamente più difficili, come ad esempio nel fiorentino. Questo ci fa capire che le politiche adottate per il contenimento dell’inquinamento hanno dato risultati positivi”.
“L’Annuario di ARPAT – sottolinea l’assessora all’ambiente Monia Monni – è ormai un appuntamento ricorrente per conoscere lo stato dell’arte dell’ambiente toscano, ma anche per comprenderne mutamenti, la capacità di risposta e di resilienza, per capire se le politiche adottate producono gli effetti previsti, se emergono criticità inattese, se l’azione regionale va ripensata o è coerente. È un termometro importante per misurare lo stato di salute della nostra Regione, tanto più in un momento come quello che stiamo vivendo, tristemente caratterizzato dagli effetti dei cambiamenti climatici. Non possiamo che essere orgogliosi, come Regione, di poter contare su un tale strumento, frutto delle tante competenze e professionalità che operano in ARPAT per difendere e tutelare ogni giorno con il loro presidio, la ricchezza del patrimonio ambientale della nostra splendida Regione”.
“Dalla lettura dei dati ambientali, emerge un quadro in evoluzione dello stato di salute dell’ambiente toscano – ha commentato Pietro Rubellini direttore generale Arpat – che risente ormai da qualche anno degli effetti dovuti al cambiamento climatico, determinando uno stress di alcuni comparti ambientali. Gli indicatori del comparto acqua, essendo uno tra i più delicati – evidenziano una tendenza al peggioramento delle condizioni naturali. Le cause sono da ricercarsi nella scarsa permanenza dell’acqua nei suoli e nella diminuzione della ricarica degli acquiferi, entrambi fenomeni imputabili al cambio del regime delle precipitazioni concentrate e intense.
La qualità delle acque di balneazione si è mantenuta ad un livello elevato, con il 95,3% delle aree e il 98,3 dei km di costa controllati in classe “eccellente. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si registra una tendenza di lieve miglioramento ma l’approvazione il 14 ottobre u.s. della nuova Direttiva europea che stabilisce il rispetto di limiti significativamente più severi di quelli attuali, entro il 2030, sia pure ancora leggermente più alti dei valori di riferimento dell’OMS, ci pone davanti a nuove sfide”.