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Il voto online M5S deciso da Conte in Toscana sblocca l’alleanza con il Pd di Elly Schlein e il campo largo di centrosinistra per il Giani bis al voto delle elezioni regionali in Toscana.
Un campo largo che dalla Toscana 2025 guarda alle politiche 2027 per un centrosinistra che possa sfidare numeri alla mano il centrodestra guidato dalla premier Meloni.
Si, certo, i mal di pancia all’interno del M5S si sprecano, tanto da spaccarsi il Movimento del leader Conte, nemmeno la metà degli iscritti toscani a votare online il si a Giani bis.
E sì, certo, è vero che i conti si fanno sempre e soltanto a urne chiuse, ma sondaggi darebbero Giani vincente con o senza M5S.
La questione è che in Toscana il M5S è stato all’opposizione di Giani, del Pd e pure di Italia Viva di Renzi, che in questi cinque anni ha espresso la vice di Giani Stefania Saccardi.
E il salto in un Giani bis può sembrare per parte del M5S un salto mortale e contro ogni logica di coerenza.
Anche se con lo sbarramento al 5% correndo da soli, c’è il rischio per qualcuno di rimanere fuori dal Consiglio regionale in Toscana.
Ma può avere un senso lungimirante se l’acrobazia M5S sta in chiave 2027.
E se il via all’alleanza M5S-Pd , Marche a parte già partite, dà il via al risiko delle altre regionali, adesso i leader del campo largo di centrosinistra dovranno trovare tutti il modo di andare d’accordo partendo dalle regionali 2025 con obiettivo politiche 2027.
Dovranno trovare il modo di andare d’accordo Conte e Renzi, i due ex premier che d’accordo non sono mai andati, Schlein, Fratoianni, Bonelli, Calenda.
E dovranno trovare il modo andare d’accordo anche quando si tratterà di individuare il candidato premier 2027.
Ma d’altra parte trovano il modo di andare d’accordo Salvini, Meloni, Tajani (meno in Europa) e Lupi a centrodestra.
Un’operazione campo largo a centrosinistra che sta tessendo con determinazione il Pd di Schlein, dopo il tonfo del Pd di Letta alle politiche 2022 che senza campo largo aprì la strada alla vittoria del centrodestra.
Ricorderete Letta del no con Conte, no con quel Renzi che a suo tempo lo esortò a stare sereno mentre era premier. Poi pure il divorzio con Calenda che a Letta preferì Renzi.
Il centrodestra vinse quelle politiche 2022 con oltre il 44%. Il Pd di Letta prese con la sua coalizione circa il 26%. Il M5S oltre il 15% e il duo Renzi-Calenda oltre il 7%. I conti di allora, e l’occasione persa di allora, sono presto fatti.
Dunque solo questione di numeri? Anche. Come dimostrano Lupi e i suoi Noi Moderati al governo col centrodestra con nemmeno 1%.
I punti di accordo di programma non sarà così difficile per il campo largo di centrosinistra individuarli e sottoscriverli verso il voto in Toscana. Per poi limarli e definirli per le politiche 2027 dopo un rodaggio biennale regionale.