Getting your Trinity Audio player ready...
|
Toscana diffusa è legge, Giani: “Modello nazionale”
La Toscana diffusa è legge. La pdl è stata approvata a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana, presidente Antonio Mazzeo, con 21 voti a favore (Pd ed Italia Viva), 5 contrari (Fdi, Lega e Gruppo misto – Merito e lealtà) e 2 astenuti (M5S).
Eugenio Giani, presidente Regione Toscana: “È una legge di riferimento nazionale che prende in considerazione aree importanti e preziose ma con fragilità legate anche alla difficoltà di collegamento. Una legge che riguarda circa i due terzi del Comuni toscani: una cornice che ci permette di procedere con i bandi per assegnare risorse”.
Antonio Mazzeo: “Un modello innovativo di sviluppo che valorizza i borghi, le aree interne e le comunità locali, creando nuove opportunità. Da inizio legislatura abbiamo avuto sempre come stella polare quella di garantire a una bambina che nasce in un piccolo borgo gli stessi diritti, servizi e opportunità di un bambino che nasce in una grande città, da oggi abbiamo un strumento legislativo innovativo per farlo ancora meglio.
Approvati gli emendamenti depositati dal presidente Eugenio Giani. I più rilevanti quelli di ordine finanziario, che prevedono, nel bilancio di previsione 2025-2027 un contributo fino ad un massimo di 2milioni e 300mila euro per la sola annualità 2025, così suddivisi: 750mila euro per sostenere interventi per le locazioni residenziali; 750mila euro per gli acquisti residenziali in territori montani; 500mila euro per il mantenimento degli esercizi di vicinato nei centri non capoluogo di provincia; ulteriori 300mila euro per il sostegno dello sviluppo economico in ambito agroalimentare.
Nelle dichiarazioni di voto, il presidente del gruppo di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, ha parlato di “sipario” che cala e di politica che si impone, ma anche di contributo costruttivo delle opposizioni, al di là dei “toni romantici o teatrali”. Una cosa è certa: “la legge segna un punto e soprattutto lo segna il governatore Giani”.
Per Andrea Ulmi, presidente del gruppo Misto – Merito e lealtà, “l’idea della Toscana diffusa è interessante e accattivante, ma rischia di rimanere un manifesto elettorale o un libro dei sogni”. Sulla stessa lunghezza d’onda il portavoce delle opposizioni, Marco Landi, che ha parlato di una “legge che avrebbe bisogno di tanto tempo per essere esplicitata, a partire dal numero dei territori coinvolti”: “Con questa norma demandiamo un potere nelle mani dell’assessore al Bilancio, quindi del presidente Giani”, quasi una proclamazione di candidatura. Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Partito democratico, apprezzando il confronto costruttivo in Aula, pur nella consapevolezza di una legge che inizia il suo iter attuativo e dovrà essere perfezionata, ha parlato di “strumento importante che rafforza la parte più debole della nostra regione”. “Era quanto mai opportuno manifestare attenzione verso la Toscana diffusa – ha sottolineato Stefano Scaramelli, presidente del gruppo di Italia Viva – ed era doveroso farlo con una legge, che produrrà i suoi effetti”. A rafforzare tale tesi, il presidente Eugenio Giani: “Questa è una legge operativa più di quanto si possa pensare, e non mancherò di dimostrarlo”, ha sottolineato, dopo aver ringraziato tutti per il contributo costruttivo. Non solo: “Questa legge andrà oltre il contesto elettorale, per una Toscana attrattiva e diffusa, che esercita sempre il proprio fascino”.
Prima del voto finale, l’Aula ha approvato alcuni ordini del giorno collegati alla proposta di legge per la valorizzazione della Toscana diffusa.
Uno, prima firmataria Elena Meini (Lega), impegna la Giunta regionale a promuovere e sostenere la realizzazione di nuovi musei rurali nelle aree interne, al fine di valorizzare i territori e tramandare conoscenza dei luoghi. Un secondo, a firma di Elisa Tozzi (FdI), impegna la Giunta “a valutare l’opportunità, nel corso del 2025, di impegnare risorse in sostegno di progetti degli enti locali periferici volti ad attivare servizi di pre-scuola, post-scuola e scuole aperte d’estate, al fine di conciliare vita professionale e vita privata”.
Approvato all’unanimità l’odg, primo firmatario Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia), che impegna la Giunta a valutare ogni possibile forma di sostegno all’editoria, “mediante l’incentivazione, nei territori di Toscana Diffusa, di edicole, di cartolibrerie e di librerie, anche valutando modalità che consentano l’apertura delle edicole nei giorni festivi” e a implementare le iniziative dedicate alla promozione della lettura.
E’ passato a maggioranza, invece, l’odg, primo firmatario Cristiano Benucci (Pd) che chiede alla Giunta di aggiornare gli strumenti di programmazione regionale “al fine di individuare i territori della Toscana diffusa” e, nelle more di questo aggiornamento, ad attuare gli interventi previsti dagli strumenti di programmazione includendo sia i territori montani che parzialmente montani.
Numerosi gli ordini del giorno respinti. Alcuni, invece, sono stati rinviati nelle commissioni.
Oltre 60 gli emendamenti presentati, di cui la maggior parte sono stati respinti. Tra quelli dell’opposizione approvati dall’Aula ricordiamo – a titolo esemplificativo – quello illustrato dalla capogruppo della Lega Elena Meini, subemendato dal gruppo Pd, sulla modalità di stipula dei patti per la Toscana diffusa, e quello presentato da Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), emendato da tutti i Capigruppo, che prevede “incentivi al personale sanitario che svolga servizio nei presidi ospedalieri o nei territori siti all’interno delle aree geografiche di riferimento alla legge”. Ancora, quelli presentati e illustrati dalla consigliera Elisa Tozzi (FdI), sulla promozione del turismo religioso ed enogastronomico nella Toscana diffusa.
Elena Meini e Giovanni Galli
, Lega Salvini: “Toscana diffusa progetto tanto caro al presidente Giani (da noi un voto contrario) ma da anni, purtroppo, vi sono le stesse aree periferiche, interne o montane che soffrono pesantemente a livello di assistenza sanitaria. Dati impietosi che testimoniano come i piccoli centri siano molto più penalizzati rispetto alle città(anche lì, in realtà, i problemi non mancano) con liste d’attesa chilometriche e corregionali alle prese con la quotidiana ed affannosa ricerca del “terno al lotto” per strappare un appuntamento specialistico. E smettiamola con la solita cantilena della ‘premiata’ coppia Giani-Bezzini che, a fronte di palesi ed ataviche mancanze, indica nel Governo di centrodestra la fonte di tutti i mali della sanità toscana. I soldi vanno saputi anche spendere e quando si parla di salute sarebbe doveroso una gestione ancora più attenta delle risorse che non sono poi così scarse come si cerca di far intendere. Insomma, la Toscana diffusa è un concetto teoricamente affascinante, ma poi bisogna passare dalle parole ai fatti, a cominciare dal soddisfare, non in tempi biblici, le normali esigenze sanitarie di tutti i toscani, senza creare nessuna distinzione a seconda di dove uno risieda; non vogliamo cittadini di serie A e di serie B.