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FIRENZE – Bimba scomparsa a Firenze, un mese senza la piccola Kata.
Un mese fa sabato 10 giugno, la scomparsa della piccola Kata.
La bambina peruviana di cinque anni svanita nel nulla dall’ex Astor a Firenze.
Si indaga per sequestro a scopo di estorsione.
E nessuna richiesta di riscatto.
L’ultima immagina della bambina ripresa dalle telecamere è di sabato 10 giugno dopo le 15 mentre rientra da sola nel cortile dell’ex Astor.
Stasera 10 luglio alle ore 21 in piazza Dellapiccola a Firenze, poco distante da ex Astor, un presidio organizzato associazione Penelope.
Con un appello dell’associazione: “Un incontro ed un sodalizio per far cadere il muro di indifferenza e omertà che ha avvolto da subito questa bruttissima vicenda.
Invitiamo i fiorentini ad unirsi a noi. Non lasciate sola una bimba di 5 anni.
Un appello rivolto ai personaggi pubblici di Firenze, molti nel quartiere dove è scomparsa Kataleya sono cresciuti, hanno mosso i primi passi della loro carriera, altri l’hanno consolidata. Fate sentire anche la vostra voce insieme alla nostra”.
Dunque un mese dalla scomparsa della piccola Kata da quell’ex hotel Astor in via Maragliano. Diventato occupazione abusiva, contesto di degrado e illegalità in cui la bambina viveva con la mamma e il fratellino.
Stabile rivoltato letteralmente fin nelle fogne dai reparti speciali dei carabinieri.
Due giorni di perquisizioni anche svuotando i pozzi neri dopo aver proceduto con lo sgombero degli occupanti sabato 17 giugno. Alla presenza del sindaco Nardella.
Si stanno vagliando le immagini delle circa 1.500 telecamere per trovare qualcosa che parli della bimba scomparsa a Firenze.
Quella mattina la piccola Kata era stata affidata allo zio dalla madre, uscita per recarsi al lavoro.
Rientrata all’ex Astor, non trova la bambina affidata allo zio.
Ne denuncia la scomparsa. Scatta il Piano provinciale per le persone scomparse. Si cerca n prossimità del torrente Mugnone, del fiume Arno e del Parco delle Cascine con vigili del fuoco, sommozzatori, squadre Sapr (sistema aeromobile a pilotaggio remoto) e squadre di terra, anche con l’ausilio di unità cinofile. Si impegnano centinaia di volontari della Protezione Civile.
Dopo pochi giorni, senza alcuna traccia della piccola Kata, il Piano provinciale viene chiuso.