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SCANDICCI – Niccolò Ciatti è morto per un ‘trauma causato da un violento calcio alla testa che ha provocato un edema cerebrale’.
E’ quanto ha riferito, davanti alla Corte d’Assise di Roma il medico legale Matteo Polacco, consulente della Procura nel processo nei confronti del ceceno Rassoul Bissoultanov, accusato di omicidio volontario. E latitante dopo la condanna in Spagna a 15 anni per omicidio volontario aggravato. Sentenza che ha scagionato l’altro ceceno coinvolto nel pestaggio a Niccolò, 22 anni, il ragazzo di Scandicci ucciso in Spagna la notte tra il 12 e 13 agosto 2017.
Niccolò Ciatti si trovava in vacanza con gli amici in Spagna, il brutale e mortale pestaggio fuori una discoteca di Lloret de Mar.
Prosegue Polacco in Corte d’Assise a Roma: “Sul corpo del giovane sono state individuate contusioni riconducibili ad una aggressione. Il calcio lo ha raggiunto alla parte destra del capo. Ecchimosi erano presenti anche sull’avambraccio destro e sulla mano sinistra”.
E’ stata inoltre acquisita agli atti una lettera che il 3 novembre del 2017 Bissoultanov inviò alla famiglia di Ciatti: “Desidero dal più profondo del mio cuore esprimervi le mie più sentite condoglianze. Vi chiedo di voler comprendere il mio dolore per quanto accaduto, ma davvero non ho mai desiderato quanto verificatosi e affermo che si è trattato di una disgrazia. Desidero che siate pienamente convinti che anch’io soffro. Comprendo che sarà difficile per voi perdonarmi, ma insisto nel porgervi le mie più sincere condoglianze; io non volevo fare del male al vostro familiare”.
Bissoultanov è dunque latitante dopo la condanna in Spagna, pena minima per lui.
Bissoultanv in carcere c’era finito, ma la Corte d’Assise di Roma nel dicembre scorso lo aveva scarcerato. Successivamente la Corte di Cassazione ha annullato quella decisione della Corte d’assise sulla scarcerazione. Anche nei confronti di Magomadov, l’altro ceceno poi assolto nel processo in Spagna, la Procura di Roma aveva chiesto e ottenuto una misura cautelare in carcere, che era stata eseguita a Strasburgo. Ma la Francia ha negato l’estradizione di Magomadov che è stato successivamente rimesso in libertà.