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Strage di Calenzano, sindaco: “Comune si costituisce parte civile. Si chiuda deposito Eni”

Sindaco Carovani: "Richiesto a Regione Toscana tavolo confronto con Eni e Governo". Sopralluogo commissione parlamentare inchiesta in luogo esplosione costata la vita a cinque persone: "Da gennaio via ad audizioni". Deposito sotto sequestro

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CALENZANO – Strage di Calenzano, sindaco Carovani: “Comune si costituisce parte civile. Si chiuda deposito Eni”.

Strage di Calenzano, il Comune di Calenzano, provincia di Firenze, intende costituirsi parte civile. Ad annunciarlo, il sindaco Giuseppe Carovani. Carovani chiede che venga chiuso il deposito Eni sede dell’esplosione del 9 dicembre costata la vita a cinque persone. Chiedendo a Regione Toscana un tavolo di confronto con Eni e Governo. Mentre a gennaio inizieranno le audizioni della commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza sul lavoro. Ad annunciarlo il presidente della commissione Tino Magni, senatore Avs, in sopralluogo al deposito Eni in via Erbosa con una delegazione composta anche da Susanna Camusso, Pd,  e Paola Mancini, Fratelli d’Italia. Al sopralluogo anche il procuratore di Prato, Luca Tescaroli che, con il sostituto Massimo Petrocchi, coordina l’indagine, ipotizzando i reati di omicidio colposo plurimo, crollo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche.

Il deposito è sotto sequestro e lo rimarrà per almeno due mesi, il tempo che la Procura di Prato ha dato agli esperti per completare gli accertamenti e redigere una perizia sulle possibili cause della deflagrazione.

Senatore Magni: “In questi giorni siamo impegnati tutti al Senato, sulla manovra finanziaria. A gennaio inizieremo le audizioni partendo dalle parti sociali, che vuol dire Eni, e i rappresentanti dei lavoratori, però qui i soggetti sono più di due. Noi siamo una commissione di inchiesta, il nostro compito non è quello di interferire su quello che farà la magistratura, sarà quello di audire tutti i soggetti che qui hanno degli interessi, quindi dall’impresa, i sindacati, i lavoratori, i vigili del fuoco. Il nostro compito è capire e fare in modo che si prevengano questi fatti, perché oggettivamente non se ne può più, bisogna mettere al centro la persona umana”.

Il senatore Avs: “In audizione ascolteremo ovviamente i suggerimenti. Ho letto anch’io che in passato è stato dichiarato un posto a rischio, però finora non è stato fatto nulla. Non è che noi abbiamo una possibilità di imporre, abbiamo la possibilità di fare un’inchiesta e poi alla fine faremo una relazione, ovviamente, sulle cose che riterremo opportuno fare”.

Sindaco Giuseppe Carovani via social: “È passata una settimana da quel tragico 9 dicembre, quando 5 lavoratori sono rimasti uccisi dall’esplosione nel sito ENI di Calenzano.

Finalmente le salme di Vincenzo, Carmelo, Franco, Gerardo e Davide saranno riconsegnate ai loro cari e potranno così celebrarsi le esequie.
Alle famiglie va ancora una volta l’abbraccio della nostra comunità.
Ed esprimiamo ancora una volta l’augurio che i feriti ancora in ospedale, alcuni dei quali in condizioni gravi, possano uscire dal pericolo e ristabilirsi al più presto
Chiunque voglia testimoniare concretamente la solidarietà alle famiglie delle vittime della tragica esplosione può farlo effettuando un versamento sul conto dedicato aperto dal nostro Comune.
Per le tante famiglie ed imprese che hanno subito danni in conseguenza dell’onda d’urto dell’esplosione il Comune di Calenzano ha aperto un canale di comunicazione con ENI per le richieste di risarcimento”.
Prosegue il sindaco Carovani: “Ci facciamo altresì interpreti della domanda di giustizia e chiediamo che siano puntualmente accertate tutte le responsabilità che hanno condotto a questa tragica esplosione. Gli inquirenti ed il pool tecnico nominato dal procuratore stanno effettuando tutti gli accertamenti sulle cause dell’innesco e sulle responsabilità ed omissioni che hanno caratterizzato questa triste vicenda. Per quanto ci riguarda siamo a completa disposizione della magistratura per contribuire a stabilire la verità dei fatti. Confidiamo nell’impegno e nella determinazione degli inquirenti e siamo pertanto fiduciosi che questa ennesima strage di lavoratori non resterà impunita”.
Poi Carovani: “Come giunta comunale abbiamo presentato al prossimo Consiglio Comunale del 23 dicembre un documento dove si impegna il Comune a costituirsi parte civile nel processo che si aprirà una volta concluse le indagini e aperto il dibattimento.
È stato molto dibattuto in questi giorni sulle implicazioni della presenza sul territorio di impianti quali quello di ENI a rischio di incidente rilevante. Si è andati a ritroso a ricostruire la storia urbanistica del nostro territorio, per capire se è venuto prima il deposito o le fabbriche che lo circondano.
Avremo modo di approfondire questi aspetti.
Tuttavia vale la pena di ricordare che per legge ancora oggi nessuna area di inedificabilità assoluta è prevista intorno a questo tipo di impianti, figuriamoci 70 anni fa, ai tempi della legge sulle aree depresse”.
Poi Carovani: “Siamo perfettamente consapevoli della strategicità del sito per l’approvvigionamento di idrocarburi per tutto il nostro sistema metropolitano ed oltre e ci rendiamo perfettamente conto che la sua chiusura presenta problemi di non facile soluzione.
Tuttavia ora che il rischio di incidente da remota eventualità è diventato fatto vissuto, e che l’area del danno dai duecento metri previsti si è moltiplicato per dieci, generando una diffusa e giustificata paura, come si fa a spiegare ad una comunità di imprese e cittadini che risiedono lì intorno e che hanno subito ingenti danni (fino all’inagibilità degli edifici) che – dopo averlo fatto per 60 anni – devono accettare anche nel prossimo futuro di continuare a convivere accanto ad una simile polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento? Come possono tornare a fidarsi?
Io credo che sia oggettivamente più razionale, ragionevole chiudere il deposito ENI piuttosto che spostare oltre 220 imprese e decine di residenti.
Abbiamo chiesto alla Regione Toscana che si apra da subito un tavolo di confronto con ENI e governo per affrontare il tema, una volta per tutte. Quei 17 ettari del sito ENI potrebbero essere utilizzati per realizzare un grande hub delle rinnovabili in grado di contribuire in modo significativo alla transizione energetica nel nostro territorio.
Noi siamo pronti a dare il nostro contributo in tal senso. Non siamo più disponibili a subire di tutto e di più.
Il Comune di Calenzano ha attivato un 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗼𝗹𝗶𝗱𝗮𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮̀ a favore delle famiglie delle vittime dell’incidente al deposito carburanti Eni di via Erbosa.
Le coordinate  del conto, presso Unicredit spa, tesoriere del Comune, è IT43Y0200838103000107278108″.

 

 

 

 

 

© Riproduzione riservata

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