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FIRENZE – Rudolf Levy, grande pittore ebreo tedesco del Novecento, appena un anno prima di essere deportato ad Auschwitz realizzò a Firenze ‘Fiamma’, il ritratto di una giovane donna. L’opera, acquistata dal museo, è ora parte integrante delle collezioni degli Uffizi. In occasione del Giorno della Memoria, dal 25 gennaio 2022 sarà esposta a Palazzo Pitti all’ingresso della Galleria Palatina, nel Corridoio delle Statue. Il celebre dipinto, esposto a Tel Aviv nel 1968, e a Milano e Berlino nel 1995, fu scelto come immagine per la copertina del libro di Michele Sarfatti ‘Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione’, Piccola Biblioteca Einaudi, 2000, un classico sull’argomento. Levy, morto ad Auschwitz nel 1944, trascorse a Firenze gli ultimi anni della sua vita. Arrivato nel dicembre 1940, rimase e lavorò a firenze fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato ad Auschwitz. Se Firenze fu l’ultimo luogo dove Levy visse da uomo libero, il suo esilio era iniziato anni prima, nel 1933, a Rapallo, per proseguire, nel 1934-36 a Maiorca e, dopo un fallito tentativo di raggiungere New York, in Dalmazia, a Ischia e a Roma.
Il ritratto ‘Fiamma’ fa parte della sua ultima fase. Dal 1938 Levy dipinge prevalentemente nature morte, paesaggi e ritratti. A Firenze, dove soggiornò in Piazza Santo Spirito, nella Pensione Bandini in Palazzo Guadagni, l’artista dipinse alcune delle sue opere più significative, tra le quali anche il dipinto acquistato dagli Uffizi. ll direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt spiega: “Rudolf Levy era uno dei più importanti artisti ebrei in esilio a Firenze durante la seconda Guerra Mondiale. Le sue opere, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’ ‘arte degenerata’ dai nazisti. ‘Fiamma’ è il primo suo dipinto a entrare nelle collezioni degli Uffizi, e farà parte della mostra sull’artista in programma per il 2023, la prima monografica a lui dedicata, che le Gallerie stanno preparando da tempo insieme al Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato”.