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FIRENZE – Domani (4 novembre) Firenze ricorderà i tragici eventi del 1966, quando l’Arno, gonfio dopo giorni di pioggia incessante, ruppe gli argini e travolse la città. Era ancora buio quando, alle quattro del mattino, l’acqua invase strade, cantine e monumenti, trascinando via auto, libri e opere d’arte. La piena, alimentata anche dai torrenti Sieve e Bisenzio, arrivò a oltre 4mila metri cubi al secondo, causando la morte di 35 persone e lasciando migliaia di famiglie senza casa. La città rimase isolata, senza elettricità né comunicazioni, immersa nel fango e nel silenzio.
A 59 anni di distanza, Firenze continua a ricordare quella tragedia come una ferita profonda ma anche come simbolo di resilienza e comunità. Domani le celebrazioni inizieranno alle 11.30 nella Basilica di Santa Croce con una messa solenne presieduta dal cardinale Ernest Simoni. Alle 13, un corteo partirà dalla basilica verso il Ponte alle Grazie, dove sarà lanciata nel fiume una corona in memoria delle vittime.
“Anche dopo quasi sei decenni, non abbiamo mai dimenticato quei giorni terribili e le vite spezzate dall’Arno – sottolinea la sindaca Sara Funaro – Oggi, con eventi climatici estremi sempre più frequenti, comprendiamo meglio la fragilità del nostro territorio. Molto è stato fatto per la sicurezza, grazie anche alla Protezione civile, sempre pronta a intervenire. Ricordare quelle vittime significa assumersi la responsabilità di proteggere il futuro”.
In parallelo, la protezione civile della Città Metropolitana promuove attività formative nelle scuole. Domani, alla succursale del liceo artistico Leon Battista Alberti in piazza Santa Croce, gli studenti assisteranno a una lezione del professor Federici dell’Università di Firenze sulle alluvioni storiche e sui sistemi di prevenzione del rischio. Seguirà una esercitazione simbolica, per trasmettere l’importanza della memoria e della sicurezza. Questo percorso coinvolgerà tutte le scuole superiori della Metrocittà e si concluderà con la commemorazione del sessantesimo anniversario dell’alluvione nel 2026.
Anche il consiglio comunale oggi (3 novembre) ha dedicato un momento speciale al ricordo della tragedia, rendendo omaggio a Franco Mariani, scomparso lo scorso anno, che si era sempre impegnato per mantenere viva la memoria di quel 4 novembre.
Domani Firenze si fermerà non solo per ricordare la distruzione, ma anche per celebrare la forza di una comunità che seppe rialzarsi dal fango. L’alluvione del 1966 resta una lezione di solidarietà e resilienza, un monito per le generazioni future e un richiamo costante alla cura del territorio.



                                    