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Giallo per il blitz di 50 persone incappucciate al cantiere dell’impianto eolico sul Giogo

Minacciati ingegneri e operai forestali, ingenti i danni a infrastrutture e mezzi. La società Agsm Aim ha presentato denuncia

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BORGO SAN LORENZO – Giallo per il blitz nel cantiere per la costruzione dell’impianto eolico di Monte Giogo del Villore in Mugello. Una cinquantina di persone incappucciate, pere con in mano coltelli, avrebbero prima minacciato ingegneri e lavoratori forestali, quindi provocato ingenti danni a infrastrutture e mezzi.

La società Agsm Aim, titolare del progetto, ha presentato denuncia ai carabinieri di Borgo San Lorenzo: “Ferma la condanna dell’atto violento e solidarietà ai tre ingegneri minacciati e ai boscaioli, oggetto di provocazioni, costretti a lasciare il cantiere” da parte del gruppo “che si è introdotto abusivamente nell’area”.

Piena solidarietà ai colleghi e ai lavoratori coinvolti nel caso delle minacce avvenute al parco eolico di Monte Giogo del Villore. La violenza non è mai una forma di dissenso legittima, e non va tollerata in alcuna circostanza”. A dirlo sono Giancarlo Fianchisti e Stefano Corsi, rispettivamente presidente e coordinatore della commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze, commentando gli episodi di questi giorni avvenuti al parco eolico di Monte Giogo Del Villore, dove circa cinquanta persone incappucciate hanno occupato e sabotato il cantiere causando ingenti danni all’infrastruttura.

“A prescindere dalle motivazioni di chi ha agito – concludono Fianchisti e Corsi – sabotare un’opera in costruzione e mettere a rischio la sicurezza delle persone è un gesto grave, che colpisce non solo il progetto ma il lavoro di tecnici, operai e professionisti impegnati sul campo. Episodi come questi non contribuiscono al dialogo, ma alimentano tensione e polarizzazione. Ogni forma di confronto deve avvenire nel rispetto delle regole, delle persone e del lavoro”.

“Esprimo piena solidarietà ad Agsm Aim, agli ingegneri e agli operai aggrediti e minacciati nei giorni scorsi nel cantiere dell’impianto eolico di Monte Giogo, in Mugello”. A dirlo l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni, che prosegue: “Gli episodi di violenza e sabotaggio avvenuti, che hanno portato a ingenti danni e messo a rischio la sicurezza delle persone, sono atti terroristici veri e propri: inaccettabili in una società democratica, tanto più perché colpiscono un progetto dichiarato di pubblica utilità dalla Regione Toscana e dal governo nazionale”.

“Questi gesti – ha aggiunto l’assessora – non solo seminano paura, ma contribuiscono, paradossalmente, a perpetuare il consumo di idrocarburi, ostacolando la transizione energetica che è fondamentale per dare un futuro sostenibile e sicuro ai nostri territori. La transizione ecologica richiede confronto, partecipazione e dialogo: la violenza non è e non sarà mai una strada accettabile. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine, che ringraziamo per l’impegno e la professionalità con cui stanno affrontando questa vicenda, e auspichiamo che si possano rapidamente individuare i responsabili e assicurarli alla giustizia”.

“La Regione Toscana – ha concluso Monni – continuerà a lavorare con determinazione al fianco delle istituzioni e delle imprese impegnate in opere strategiche per il raggiungimento degli obiettivi climatici, nella piena tutela della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.

In merito a questi episodi, il consigliere comunale di Dicomano Saverio Zeni condanna senza mezzi termini ogni forma di violenza, ribadendo che tali atti sono inaccettabili e non rappresentano il modo in cui si intende portare avanti la legittima opposizione a progetti impattanti sul territorio.

Zeni, ha depositato il 3 luglio un esposto alla procura di Firenze, sollevando dubbi sulla legittimità di alcune clausole contenute nella convenzione firmata il 18 aprile 2023 tra i Comuni di Vicchio, Dicomano e la società Agsm Aim Spa. Al centro delle critiche, l’articolo 6, comma b della convenzione, che secondo l’esposto impegna i Comuni a “non compiere azioni che possano ostacolare l’esecuzione dei lavori”. Un passaggio che, secondo Zeni, potrebbe “compromettere il dovere istituzionale degli enti locali di vigilare sull’attuazione del progetto, soprattutto in caso di criticità ambientali o sanitarie. Le linee guida nazionali per l’autorizzazione di impianti a fonti rinnovabili (decreto ministeriale del 9 ottobre 2010) stabiliscono infatti che l’autorizzazione unica non può essere subordinata a convenzioni che limitino le funzioni di controllo dei Comuni”.

Un secondo nodo riguarda le misure compensative previste per il territorio. “L’ autorizzazione Paur ha stabilito un contributo pari al 2,65% dei proventi dell’energia prodotta, in linea con il tetto del 3% fissato dalla normativa nazionale. Tuttavia, la convenzione stipula un importo fisso annuo di 150mila euro, con ripartizione del 64 per cento a Vicchio e 36 per cento a Dicomano. È inoltre confermata una annualità aggiuntiva di 65880 euro destinata a Dicomano”, Zeni solleva così il dubbio che un contributo fisso “possa risultare sproporzionato rispetto ai reali ricavi dell’impianto, specie se inferiori alle previsioni, contravvenendo allo spirito delle linee guida che impongono un legame diretto tra impatto ambientale e compensazioni”.

“Nel corso del processo autorizzativo non sono mancati dissensi qualificati – ricorda il consigliere di opposizione – La soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio ha espresso parere contrario all’autorizzazione paesaggistica. Il Comune di San Godenzo ha rifiutato l’assenso per motivi urbanistici, edilizi, paesaggistici e viari. Questi dissensi hanno portato all’introduzione di specifiche prescrizioni nel provvedimento autorizzativo. Tuttavia, secondo l’esposto, gli impegni assunti nella convenzione rischierebbero di limitare la capacità dei Comuni di far rispettare tali condizioni, riducendo di fatto l’efficacia dei controlli sul territorio”.

Attraverso l’esposto, Zeni chiede alla procura “di verificare la legittimità delle clausole e degli impegni assunti, per garantire che l’azione amministrativa non venga vincolata da accordi privati in contrasto con la normativa vigente e la tutela dell’interesse pubblico. Nonostante le forti tensioni sul territorio, culminate in atti di violenza che lo stesso Zeni ha fermamente condannato, la battaglia contro il progetto continua sul piano legale e istituzionale, con l’obiettivo dichiarato di difendere l’ambiente, la salute e le prerogative democratiche delle amministrazioni locali”.

“Un atto grave perpetrato ai danni dell’intera comunità toscana e di quella di un operoso e accogliente territorio che ha fatto dell’integrazione ambiente-impresa uno dei suoi punti di forza”. La condanna al raid del cantiere eolico di Villore sul Monte Giogo arriva anche da Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana Centro e Costa e dal coordinatore del presidio territoriale Mugello Valdisieve Massimo Ferrati.  “Un episodio inquietante – aggiunge Ferrati – che ferisce i profondamente quel senso civico e democratico che contraddistingue da sempre la nostra comunità locale”. “Esprimiamo la solidarietà delle imprese fiorentine all’azienda e alle sue maestranze”, concludono infine Bigazzi e Ferrati.

“Un attacco annunciato, ma ugualmente gravissimo. Non si è trattato di protesta, ma di un vero e proprio atto criminale. Mi auguro che gli autori vengano identificati al più presto”.  Così il consigliere regionale Pd Cristiano Benucci, commentando il sabotaggio al cantiere a Villore, sul Monte Giogo, denunciato dalla società Agsm Aim, titolare del progetto.

Benucci sottolinea come per giorni fosse noto il rischio di azioni eclatanti, “eppure, nonostante esposti e allarmi, si è arrivati a questo. Chi da tempo alimenta il clima d’odio e disinformazione sul progetto deve oggi riflettere: la violenza è anche figlia di parole irresponsabili. Non è stato colpito un colosso industriale, ma lavoratori e aziende del nostro territorio. Per mesi è stata alimentata una campagna di disinformazione basata su parole d’ordine come “devastazione ambientale e distruzione del paesaggio”. È ovvio che parole così forti hanno molto probabilmente alimentato un clima di odio che è poi sfociato nella violenza. Chi parla di ambiente dovrebbe avere il coraggio di sostenere le scelte necessarie alla transizione ecologica. L’eolico è parte della risposta alla crisi climatica, non il problema”.

© Riproduzione riservata

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