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Riduce in fin di vita la sua bassottina dopo un raptus di violenza

Denunciato dai carabinieri di Figline Incisa un trentenne del Valdarno. L'Enpa: "Un atto di violenza inaccettabile e crudele"

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FIGLINE INCISA – Riduce in fin di vita la sua bassottina dopo un raptus di violenza. 

I carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Figline Valdarno hanno denunciato un trentenne ritenuto responsabile del reato di maltrattamento di animali.

L’episodio risale a qualche giorno addietro, quando il ragazzo mentre era in casa in compagnia della propria fidanzata e di un amico, in un momento di escandescenza e senza un motivo apparente, nel cuore della notte si è scagliato contro il proprio animale domestico, razza bassotto, percuotendolo ripetutamente e procurandogli vistose ferite e traumi su tutto il corpo.

Fortunatamente gli altri presenti sono riusciti a togliere l’animale dalle mani dell’uomo e a portarlo fuori dall’abitazione. Immediatamente sono così stati attivati i carabinieri e i soccorsi.

Il cane è stato affidato all’Enpa Valdarno di Cavriglia e portato presso in ambulatorio della zona, dove si trova in prognosi riservata per i traumi riportati su tutto il corpo, dopo di che verrà preso in carico dal Comune di Figline e Incisa Valdarno.

Il ragazzo, in stato di agitazione psico-fisica, è invece stato portato all’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli, per le cure del caso. Per lui è scattata la denuncia a piede libero per il reato di maltrattamento di animali previsto dall’articolo 544 ter del codice penale, come di recente modificato dalla legge 6 giugno 2025 numero 82.

La prognosi della bassottina, è una femmina, resta riservata, e la speranza di una ripresa è appesa a un filo. Intanto l’Enpa ha dato mandato al suo ufficio legale tramite l’avvocato Claudia Ricci, chiedendo che sul caso venga fatta piena luce e giustizia: “Ci troviamo davanti a un atto di violenza inaccettabile, crudele, per cui chiediamo che venga applicata la nuova normativa in materia di maltrattamento animale, entrata in vigore il primo luglio 2025”, dichiara l’associazione. “Chi si accanisce in questo modo su un essere indifeso deve rispondere davanti alla legge con la massima severità.”

La nuova legge: pene più severe contro i maltrattamenti

Con la riforma entrata in vigore da pochi giorni, i reati di maltrattamento e uccisione di animali prevedono pene sensibilmente più severe: reclusione, multe elevate e, nei casi più gravi, interdizione temporanea o definitiva dalla custodia di animali. Se l’animale muore a causa delle violenze subite, le sanzioni possono arrivare fino a 5 anni di carcere.

Un segnale importante che, però, secondo Enpa, non è mai sufficiente a compensare il dolore inflitto: “Non esiste pena capace di cancellare la sofferenza inflitta a un animale che chiede solo amore e protezione. Ma ogni violenza deve essere perseguita con fermezza”.

© Riproduzione riservata

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