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Teatro della Toscana, declassamento confermato. Il Comune di Firenze ricorrerà al Tar

La decisione fa mancare a bilancio 2 milioni di euro all'ente guidato da Stefano Massini. Insorge il centrosinistra: "Decisione ideologica"

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FIRENZE – Il Teatro della Toscana, che comprende il celebre Teatro della Pergola a Firenze, quello di Rifredi e il Teatro Era di Pontedera, ha perso ufficialmente lo status di Teatro di rilevante interesse culturale nazionale, retrocedendo allo status di Teatro della città. La decisione è stata confermata ieri da una commissione ministeriale dopo il riesame del progetto triennale presentato dalla Fondazione.

Secondo la Commissione, il programma artistico e culturale presentato dal teatro diretto da Stefano Massini è risultato “altamente generico e lacunoso”, con documentazione finanziaria contraddittoria e con tagli alle collaborazioni internazionali, elementi ritenuti incompatibili con il ruolo istituzionale di un teatro nazionale. Un altro punto critico è stato l’annullamento della scuola diretta da Pierfrancesco Favino, sostituita da attività formative meno prestigiose.

Reazioni e mosse politiche

La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha definito la scelta “grave e inaccettabile” e ha annunciato l’intenzione del Comune di presentare un ricorso al Tar, dopo aver ottenuto l’accesso agli atti ufficiali e aver letto i verbali ministeriali. “Andremo avanti in tutte le sedi opportune per difendere il Teatro della Toscana”, ha scritto in una nota.

Il consiglio di amministrazione della Fondazione ha dato mandato a Funaro di chiedere formalmente un riesame entro 15 giorni; qualora la revoca non venisse ottenuta, sarà avviata la procedura legale al Tar. 

Frattura istituzionale

La vicenda ha provocato una frattura nella Commissione consultiva ministeriale: ben tre commissari su sette — nominati dagli enti locali — si sono dimessi in segno di protesta, denunciando motivazioni politiche respingenti e assenza di imparzialità nella valutazione.

La tensione si riflette anche in ambito politico. Il presidente della Regione Eugenio Giani ha espresso forte preoccupazione, accusando il declassamento di rispondere a logiche ideologiche che mettono a rischio un’istituzione culturale pubblica centrale. Anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha condannato la decisione come pretestuosa.

Tra le voci di dissenso anche spetterne del Partito Democratico, con interrogazioni parlamentari in corso e accuse al ministro come “rappresaglia politica”, mentre dal centrodestra il senatore Marcheschi accusa il Comune di gestione non corretta.

Impatto per il teatro e per Firenze

La definitiva decisione del declassamento era attesa già da mesi, dopo la prima bocciatura di giugno. Con il verdetto odierno, la Fondazione perde l’accesso a fondi ministeriali diretti, con un danno stimato fino a 2 milioni di euro per la programmazione. Il titolo di Teatro nazionale infatti implica finanziamenti specifici, oltre a prestigio istituzionale.

© Riproduzione riservata

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