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SIENA – Il piccolo Mustafa, il bambino siriano nato senza arti, con papà Munzir, mutilato, una gamba persa in un bombardamento, a Budrio, Bologna, dove a settembre iniziano il percorso di cura e riabilitazione al Centro Protesi Inail di Vigorso, un’eccellenza del settore. La famiglia siriana che da gennaio si trova in Toscana è stata accompagnata a Budrio da don Vittorio Giglio, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino, che insieme alla Caritas diocesana si sta occupando da gennaio di assistere la famiglia.
A Budrio la famiglia, in attesa della nascita di una sorellina, si chiamerà Maria, è stata ricevuta dal sindaco Maurizio Mazzanti.
Il sindaco di Budrio: “Siamo emozionati e felici di averli qui, ora ci adopereremo per trovare loro un alloggio e organizzare l’accoglienza migliore in vista del lungo percorso di cura che dovranno affrontare”.
Una rete di solidarietà che ha portato la famiglia siriana El Nezzel a una nuova vita a Siena. Grazie a ‘Hardship of life’, quella foto di Mehmet Aslan dal fortissimo impatto emotivo in cui Mustafa e Munzir esprimono la speranza nell’orrore della guerra in Siria.
ll padre Munzir mutilato, con una stampella al posto della gamba persa in un bombardamento, solleva verso il cielo il figlio, nato senza gambe e braccia a causa di un attacco chimico che ha coinvolto la mamma quando era in attesa di Mustafa.
Il sorriso tra padre e figlio.
Una foto vincitrice del Sipa, Siena International Photo Awards 2021 che ha fatto il giro del mondo e ha reso possibile il lungo e complesso percorso di cure che darà loro una nuova vita con l’intervento per le protesi al centro di Budrio, Bologna. Da quella foto è partita la catena di solidarietà promossa da Sipa che ha permesso alla famiglia di essere in Italia.