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PIOMBINO – “La nave che dovrebbe arrivare a Piombino è attualmente in rotte lontane, è lunga quasi 300 metri per 40 metri di larghezza. La nave sarà agganciata ad un tubo che dovrà essere immesso nel territorio dal porto per 8 chilometri per poi connettersi nella rete nazionale dell’energia del gas. Da qui ad un anno è previsto posizionamento ed entrata in funzione. Chiederò al Governo che l’azione di bonifica non si svolga solo dove c’è il tubo, ma avvenga per tutto quel territorio per cui le bonifiche si chiedono da anni ma non sono mai avvenute”.
La nave Golar Tundra acquistata da Snam, capacità di rigassificazione di cinque miliardi di metri cubi annui, entrerà in funzione nel porto di entro giugno 2023.
L’ha detto Eugenio Giani, presidente Regione Toscana nonchè commissario per il rigassificatore nominato dal premier Draghi al pari di Stefano Bonaccini, governatore Emilia Romagna, per il rigassificatore di Ravenna.
L’annuncio di Giani durante l’incontro in Regione con il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e i sindaci di Campiglia, San Vincenzo, Suvereto, Follonica e Portoferraio e i vari rappresentanti degli enti locali. Presente al tavolo anche l’assessore all’ambiente Monia Monni e l’assessore a infrastrutture e trasporti Stefano Baccelli.
Quindi Giani: “Per realizzarla al largo ci vuole più tempo, la Toscana ha già una di piattaforma a 12 chilometri dal porto di Livorno. In questo caso si parla di energia che manca e dobbiamo agire velocemente con un rigassificatore che arrivi ad integrarsi in tempi brevi con ciò che abbiamo attualmente. Il porto di Piombino è stato scelto perché ha una banchina lunga in grado di ospitare questa nave e ha un pescaggio di 20 metri di profondità. Entro 120 giorni vanno raccolte tutte quelle autorizzazioni necessarie perché l’opera possa procedere”.
E prosegue: “Si parla della nave di rigassificazione che arriverà nel mare di Piombino, non di eventuali piattaforme offshore . E’ evidente che vi siano anche una serie di elementi, ad esempio il fatto del circuito chiuso e aperto della nave. I tecnici della Snam ci hanno detto che da un punto di vista ecologico è meglio il circuito aperto perché non ci sono emissioni, limitandosi il circuito aperto a captare l’acqua senza elementi inquinanti”.
Poi Giani: “Poi le considerazioni di carattere politico. Sotto questo aspetto mi pongo di fronte ad un realtà scettica, diffidente e contraria, ma c’è un interesse nazionale che deve essere eseguito e in questo interesse c’è anche il mio impegno ad avanzare al Governo un memorandum in cui il Governo che chiede questo sacrificio a Piombino garantisca allora quegli investimenti che da anni erano promessi e non sono stati fatti e che riguardano bonifica ambientale nei luoghi dove le acciaierie hanno prodotto materiale che deve essere rimosso o reso ambientalmente compatibile. Penso anche alle infrastrutture che ci possono consentire di arrivare al porto e alla banchine senza dover passare dal centro di Piombino”.
Giani allarga l’orizzonte anche alle prospettive, a quello che deve essere anche un distretto di energie rinnovabili: idrogeno, eolico, fotovoltaico: “L’area oggi occupata dalla acciaierie: 900 ettari per la prospettiva di un forno elettrico, in realtà bastano 150 ettari. In questo senso l’altro territorio può essere recuperato e indirizzato verso il distretto delle rinnovabili. Ecco io dal Governo vorrei andare potendo prospettare da un lato il rigassificatore per come si propone e dall’altro portare anche l’impegno che venga attuato nei prossimi anni l’interesse di un territorio che va ad avere questo gravame“.