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Truffa figli in Brasile, minacce da un sindaco all’avvocato italiano che ha denunciato

(Adnkronos) – Il caso della truffa dei figli in Brasile continua ad arricchirsi di risvolti inquietanti. Ne abbiamo raccontato le tappe più significative, fin dalla prima
denuncia dell’avvocato italiano Nunzio Bevilacqua
che ha portato alla ribalta la storia che lo riguarda. Ora, arrivano via social messaggi minacciosi da Agnaldo Filippi, sindaco di Pedras Grandes, il paese in cui, secondo la ricostruzione di parte, ci sarebbe la casa della matriarca,
fulcro della associazione a delinquere
che recluterebbe ragazze per ‘incastrare’ stranieri benestanti, preferibilmente italiani, e renderli padri fittizi di figli in realtà prodotti in serie, con il contributo di un santone e la complicità di un contesto colluso. Un post sul profilo Instagram di Filippi fa riferimento alle denunce di Bevilacqua e alla sua circostanziata ricostruzione dei fatti, di cui si dichiara vittima. “In Italia parla da solo, ma sistemeremo queste sciocchezze”, scrive il sindaco, taggando una serie di nomi: la sorella di Nunzio Bevilacqua (in maniera incomprensibile, perché non ha alcun ruolo nella vicenda), la giornalista Francesca Nava, inviata di Presa Diretta, il deputato Fabio Porta, presidente dell’Associazione di Amicizia Italia-Brasile, il consigliere comunale di Belluno Roberto Ferro. Nel video postato su Instagram, in estrema sintesi, il sindaco di Pedras Grandes entra nel merito della vicenda sostenendo che la paternità di Bevilacqua è stata accertata e che il ‘mafioso’ avvocato italiano si sottrae alla giustizia brasiliana, che deve assumersi le proprie responsabilità e pagare per quello che deve, e che la deve smettere di diffondere una versione dei fatti non sostenuta da alcuna prova.  
La replica di Bevilacqua, raccolta dall’Adnkronos, vuole mettere in evidenza la gravità del messaggio. “La cosa inaudita è che un sindaco di un paese brasiliano, ma fortemente collegato con l’Italia, come Agnaldo Filippi, con cui non ho mai avuto a che fare ne tantomeno penserei di offendere, a causa di alcune inchieste giornalistiche, ispirate al mio caso giudiziario davvero anomalo ma da me indipendenti, arrivi non solo a dire che questo sarebbe frutto di un ‘fantasioso piano’ per incrinare le relazioni Brasile-Italia, di cui io sarei l’artefice (non si comprenderebbe il fine), ma addirittura a pubblicare circostanziate minacce con riferimento, in primis, a persone della mia famiglia, mia sorella Evana completamente estranea alla ‘querelle’. Se avessi avuto figli – che non ho – mi avrebbe detto dove vanno a scuola”. Bevilacqua, quindi, sposta l’attenzione sul ‘salto di qualità’ che rappresenta questo messaggio. “Sarebbe da spiegare perché un sindaco che dovrebbe far chiarezza su quello che accade nel suo comune di circa 4000 abitanti, eventualmente a sua insaputa, posti un video e scriva sul suo account Instagram istituzionale parole del tipo “andremo a sistemare il fatto”, citando insieme a mia sorella un parlamentare, un consigliere comunale italiano e una giornalista del servizio pubblico che credo abbiano il diritto di dissociarsi da queste condotte intimidatorie che sono arrivate addirittura alla minaccia esplicita: ‘qui abbiamo pronto il colpo in canna’”. Tutto questo, conclude Bevilacqua, “ormai esula dai confini iniziali della truffa e necessita di protezione per una persona che sembrerebbe aver toccato interessi più importanti e sollevato fatti da insabbiare, anche agendo eventualmente fisicamente sull’avvocato che li ha denunciati”. (Di Fabio Insenga)    —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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