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LIVORNO – Tutto è ancora sostanzialmente fermo nel porto di Livorno, principale scalo marittimo della Toscana e primario motore di rilancio per la costa.
La nomina ufficiale il 12 novembre scorso di Davide Gariglio a presidente della Autorità di Sistema Portuale Mts, dopo il lungo semestre da commissario, non può ancora dare i suoi effetti; anzi sotto il punto di vista operativo immediato, costituisce paradossalmente un passo indietro.
La legge (84/1994, novellata con il D.Lgs. 169/2016) prevede infatti come organi dell’ente che cura la gestione e lo sviluppo del porto di Livorno non solo il presidente, ma anche il Comitato di Gestione. Quest’ultimo si rinnova all’insediamento del nuovo presidente, ed è formato da componenti indicati dalla Regione e dai Comuni del territorio, oltre che dal direttore marittimo.
Il Comitato di Gestione è ad oggi ancora in attesa di essere costituito, dal momento che non tutti gli enti preposti hanno ancora formalizzato i nominativi, a partire dalla Regione Toscana. E non si tratta di una questione solamente burocratica: l’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale, senza Comitato di Gestione, non può svolgere adeguatamente le sue funzioni. Il Comitato è inoltre fondamentale perché deve nominare il motore di tutto l’apparato amministrativo e l’unico in grado di farsi carico degli atti più importanti/delicati: il segretario generale.
In questo senso, Davide Gariglio, che da commissario straordinario aveva il potere di sostituirsi negli atti di competenza del Comitato di Gestione, oggi da presidente è di fatto privo dei suoi poteri principali, senza un Comitato ed un Segretario Generale.
A conferma di ciò, basta vedere cosa l’ente ha potuto realizzare sinora, in questa vacatio del potere esecutivo. L’Adsp ha infatti portato avanti lodevoli iniziative sul tema dell’inclusione, sulla interazione città-porto e sulla ‘acquaticità’ della Fortezza Vecchia, ma i dossier principali sono rimasti sostanzialmente fermi.
Senza andare a scomodare Manzoni o Esopo, è di tutta evidenza che in queste condizioni di incertezza non ci si può aspettare che un presidente prenda una posizione decisa sulla assegnazione della Darsena Europa quando l’organo che deve approvare i bilanci non è ancora costituito e chi deve firmare i provvedimenti neppure nominato.
Quanto sta accadendo a Genova in questi giorni ne è una conferma. La locale Autorità, guidata da Matteo Paroli, soltanto da poco è entrata nei suoi pieni poteri con l’insediamento del segretario generale Tito Vespasiani e – grazie ai buoni rapporti con ministero dei Trasporti (via Rixi e alcuni senatori leghisti) – sta per ottenere 160 milioni extra per la nuova diga foranea.
La via per sostenere il porto di Livorno non sta in poco produttive polemiche col Governo, ma nel rimboccarsi le maniche dando la massima priorità alle (mancate) nomine la cui assenza sta bloccando la funzionalità dell’ente; questo nella consapevolezza – come Genova insegna -che il Ministero/Governo non è un nemico, ma un alleato nello sviluppo del territorio insieme alla Regione.
L’auspicio è quindi che il presidente Giani indichi quanto prima il delegato della Regione per il porto di Livorno, e così facciano gli altri enti, in modo da poter avere anche il nuovo segretario generale prima della fine dell’anno. Un segretario che potrebbe essere ponte di collegamento tra la città e il Governo.



